Vedere attraverso i suoni, la sfida di tre ricercatori
Ogni luogo e ogni oggetto risuona in modo diverso. Sembra difficile crederlo in un mondo che dallo smartphone all’elettrodomestico ci ha abituato a fare costantemente affidamento su interfacce grafiche. Eppure la ecolocalizzazione è una tecnica studiata fin dai primi anni ’60. Ed è la tecnica sulla quale si sono basati Irene, Marco e Henrik per creare SoundSight Training, un software educativo che vuole ridare la vista agli ipovedenti attraverso i suoni.
L’idea, candidata alla StartCup Emilia Romagna, nasce nel 2015 all’interno del Cern di Ginevra dove Irene Lanza, studentessa di ingegneria gestionale all’Università di Modena e Reggio Emilia, frequenta il corso Challenge Based Innovation. Qui insieme a studenti provenienti da ogni parte del globo viene messa alla prova per trovare una soluzione tecnologica che possa aiutare le persone non vedenti. E il progetto inizia a prendere forma. Al Cern Irene conosce i suoi soci Marco Manca, medico italiano 36enne che lavora al centro di ricerca, e Henrik Kjeldsen, ingegnere informatico tedesco di 36 anni che vive a San Francisco. Insieme decidono di sviluppare una soluzione che renda finalmente gli ipovedenti autonomi amplificando doti già in loro possesso. Così nasce SoundSight Training, un software che, sfruttando lo stesso principio con cui si orientano i pipistrelli, allena le persone cieche ad utilizzare l’eco dei rumori per “vedere” il mondo circostante. Tutto all’interno di una realtà virtuale acustica sviluppata in forma di videogioco. E se oggi un non vedente ha raggio di percezione di 2 metri, questa tecnica promette di ampliare il suo orizzonte percettivo arrivando a riconoscere persino il materiale degli oggetti circostanti.
“L’educazione è un diritto di tutti – afferma convinta Irene Lanza, a 26 anni anima e Ceo del progetto – Questa affermazione se per noi risulta quasi scontata, per i non vedenti purtroppo non lo è. Nel 2013 il trattato internazionale di Marrakech ha sancito che ogni libro deve essere accessibile, ma ad oggi solo il 5% sembra esserlo. SoundSight Training è un mezzo educativo e in quanto tale vogliamo che sia di proprietà di tutti. Per questo il codice sarà open source”.