Pescare meno, pescare meglio: il nuovo modello di pesca di Adri
Un settore antico e di lunga tradizione come la pesca, non può più applicare le stesse tecniche e modalità di una volta. I tempi sono cambiati e lo sanno bene a Ravenna, dove un gruppo di biologi marini sta collaborando con i pescatori del luogo per dare nuova linfa al settore ittico locale.
Si chiama Adri il progetto che si è candidato alla Start Cup per fare dell’attività di ricerca un vero e proprio lavoro.
Promosso da cinque ricercatori provenienti principalmente dall’Università di Bologna, Adri nasce come spin off di Cestha, il centro sperimentale che si occupa di portare avanti progetti di tutela degli habitat. “Il settore ittico è in crisi: c’è meno pesce e per pescarlo si distrugge sempre di più l’ambiente” – spiega il ricercatore Simone D’Acunto – “noi lavoriamo sulla sostenibilità delle tecniche, creando nuove fette di mercato e come mediatori tra gli operatori del settore e il consumatore”.
Promosso da cinque ricercatori provenienti principalmente dall’Università di Bologna, Adri nasce come spin off di Cestha, il centro sperimentale che si occupa di portare avanti progetti di tutela degli habitat. “Il settore ittico è in crisi: c’è meno pesce e per pescarlo si distrugge sempre di più l’ambiente” – spiega il ricercatore Simone D’Acunto – “noi lavoriamo sulla sostenibilità delle tecniche, creando nuove fette di mercato e come mediatori tra gli operatori del settore e il consumatore”.
Le competenze specifiche acquisite negli anni e le relazioni con il mondo dei pescatori del ravennate hanno reso autorevole l’esperienza di questo gruppo di ricercatori, che collabora con le università e i centri di ricerca in qualità di esperti della materia.
La loro idea è quella di mettere al servizio del mercato questa solida preparazione scientifica, proponendo nuovi regolamenti, tecniche, modelli di gestione e strumenti che, in un secondo momento, potrebbero anche essere brevettati. “Questo andrebbe a vantaggio di tutti: si pesca meno aumentando la qualità del pescato con un maggior guadagno per l’ambiente e per chi lavora.” aggiunge D’Acunto.
“Possiamo definirlo un progetto pilota da replicare in altri territori come il nostro”. Arrivando dal mondo della ricerca, il team è molto interessato all’aspetto formativo offerto dalla Start Cup. “Siamo consapevoli che il nostro progetto è perfettibile ma non vediamo l’ora di avere un confronto su quale strada intraprendere per migliorare l’idea” – ammette D’Acunto – “anche arrivare tra i primi 40 per noi sarebbe un successo”. “Al momento abbiamo scelto di chiamarci Adri che sta per Adriatic Development Research Institute, ma speriamo proprio che, dovessimo andare avanti con la Start Cup, ci suggeriscano di cambiare il nome”.