Sfridoo, mai più sprechi grazie all’economia circolare

Quanto sfrido hai fatto? A forza di sentire questa domanda da parte di chi lavora nel mondo dell’edilizia, tre architetti hanno deciso di lanciare una startup. Si tratta di Sfridoo, il progetto di Marco Battaglia, Andrea Cavagna e Mario Lazzaroni, che si inserisce in un percorso che mette insieme economia circolare e innovazione.
Lo sfrido è il termine tecnico che indica lo scarto di lavorazione di vari materiali: “Quando si ordina il parquet, per esempio, bisogna sempre calcolare la quantità di sfrido che non verrà poi utilizzato” –  illustra Marco Battaglia –  “noi vogliamo realizzare la prima piattaforma on-line per comprare e vendere questo materiale, che è ancora buono ma viene considerato rifiuto, e quindi non vendibile”.
L’idea di Sfridoo è quella di rivolgersi ad aziende (ma anche a privati) che si trovano questo materiale da gestire, condannato a rimanere in magazzino, e quindi ad incidere sul bilancio, oppure a essere gettato in discarica: costituendo, in entrambi i casi, una perdita che potrebbe essere valorizzata, se solo questo materiale potesse essere rimesso in circolazione.
“Sono proprio le aziende con cui lavoriamo che ci chiedono quando partiamo” – dice Battaglia –  “c’è una grandissima esigenza di mercato che, con la nostra piattaforma, porterebbe alla luce anche un mondo sommerso che sfugge alle regolamentazioni. Noi saremo in grado anche assistere le aziende dal punto di vista legale e ambientale.  In vista del pacchetto di proposte sull’economia circolare voluto dall’Europa, alcuni rifiuti diventeranno sottoprodotti, e potrebbero essere venduti e trasportati senza problemi” – sottolinea l’architetto –  “Al momento stiamo sviluppando il business model e siamo alla ricerca di un programmatore” –  aggiunge –  “abbiamo già contatti interessanti, non solo con le aziende: grazie alla Città Metropolitana di Bologna, siamo dentro ad un progetto europeo che ci permette già di girare negli altri stati e approfondire alcune tematiche”.
La Start Cup sarebbe fondamentale per il percorso che porta allo sviluppo compiuto del progetto. “Partecipiamo per avere il primo boost e riuscire a concretizzare la nostra idea e per darle vita” –  auspica Battaglia.