Focus finalisti/Railevo

Più rivoluzionaria che visionaria: il trasporto su rotaia con veicoli a sei posti e senza guidatore da prenotare con un’app.



Più rivoluzionaria che visionaria. Lo dice lo stesso inventore Federico Bernabei spiegando la sua idea di taxi ferroviario autonomo. Si chiama Railevo (“rail” come rotaia e “evo” che sta per evolution) il progetto del trentatreenne ingegnere meccanico specializzato in veicolo.

I più potrebbero immaginare navicelle che sfrecciano in uno scenario alla Blade Runner ma l’ingegnere specifica “Railevo è basato su tecnologie già esistenti, si tratta di un veicolo disegnato da me che sfrutta tecnologie passate e presenti, non future”. Il progetto, non fantascientifico ma di sicuro ambizioso, nasce dall’esperienza personale di Federico, per lunghi anni pendolare con tanto tempo per viaggiare anche con la fantasia. “Mi sono sempre lamentato servizio legato a orari e a fermate, per un viaggio di qualche centinaio di kilometri si perde anche una giornata” dice l’esperto di trasporti “alla fine la maggior parte delle persone per i propri spostamenti preferisce la macchina”. Ecco la scintilla: perché non inventare un sistema più efficiente? “Il mio è un sistema di piccoli veicoli ferroviari su rotaia che necessita di una infrastruttura piccola e che funziona con un software centrale che regola il traffico all’interno della linea” illustra Federico “ho disegnato questi mezzi dalla forma affusolata e dalle dimensioni di un’automobile da sei posti che, potendosi autoguidare, liberano il posto del conducente. Il viaggio si prenota o in stazione o con lo smartphone. Si tratta di un taxi ferroviario che però non ha il tassista”.

Railevo è da immaginare in paesi praticamente vergini dal punto di vista infrastrutturale come l’Asia, l’Africa, il Sudamerica o i paesi arabi. “Si potrebbe ottenere un sistema di trasporto snello e veloce, vantaggioso dal punto di vista economico e ambientale”.

Nell’immediato futuro Federico è alla ricerca di partner che vogliano salire a bordo, finanziando studi di fattibilità e prototipi in scala.
Del percorso della StartCup porta a casa soprattutto la capacità di mettere a punto un pitch efficace da presentare un giorno, chissà, a Elon Musk o Richard Branson. “Se potessi avere cinque minuti del loro tempo, sarebbero in grado di coglierne le potenzialità. Mi basterebbe anche uno sceicco di Dubai: lì sono altrettanto visionari e con una buona capacità economica” sospira “sono sicuro ne rimarrebbe impressionato”.

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