A R2B si è chiusa la prima fase della Start Cup
Dalla teoria alla pratica. Dopo il Bootcamp, i partecipanti alla Start Cup si sono messi alla prova nei due momenti dedicati a loro in seno a Research to Business. Nella mattinata del 6 giugno i team con l’attività Out of the building hanno battuto la fiera a caccia di potenziali clienti o partner a cui sottoporre il questionario elaborato in aula nei giorni scorsi, nello stesso pomeriggio invece durante la Pitching session hanno affrontato la giuria chiamata a selezionare i dieci progetti che passeranno alla fase finale. Soddisfatti gli startupper dell’esito delle interviste svolte per l’Out of the building. Hanno fatto tesoro dei consigli dei mentor di dpixel e si sono portati tutti a casa suggerimenti utili da applicare alla loro impresa: in molti si sono resi conto che l’approccio adottato fino ad ora poteva essere fuorviante e poco costruttivo nell’ottica di consolidare la propria idea di impresa. C’è chi, avvicinandosi agli imprenditori presenti agli stand di Research to Business, ha posto poche domande ma strategiche con l’idea di trarre vantaggio dalla chiacchierata, lasciando spazio all’improvvisazione e tenendo sullo sfondo come traccia il questionario preparato durante l’esercitazione della giornata precedente. Durante il Bootcamp, uno dei coach di dpixel Niccolò Sanarico, scherzando, ha invitato gli aspiranti imprenditori a “non buttare via niente di R2B come si fa con il maiale”.
Ed è stato preso in parola da quei team che, non intravedendo clienti, hanno ribaltato il presunto svantaggio in un’opportunità: approfittando delle caratteristiche del pubblico di una fiera dedicata all’innovazione hanno imbastito al volo un’indagine di mercato. Gli spunti ottenuti sono stati ritenuti interessanti, alcuni hanno colto l’occasione di apportare qualche modifica al pitch grazie a questo primo confronto. La Pitching session del pomeriggio è stata anche il primo evento in cui la Start Cup si è potuta presentare con la sua nuova veste. Sara Monesi, manager della Startup unit di Art-ER, e Silvia Falciasecca coordinatrice della competizione, hanno spiegato il percorso attraverso cui si è deciso di privilegiare i progetti provenienti dal mondo della ricerca. Di seguito è stata presentata la giuria composta da Antonello Bartiromo, Niccolò Sanarico e Andrea Censoni di dpixel, mentor di questa edizione della business plan competition, e da quattro imprenditori chiamati a valutare soprattutto il rapporto con il mercato di ciascun progetto: Vittorio Cavani del Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria ER, Giulia Cataldi, Michele Tedeschi e Andrea Pizzardi del Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria Emilia. Dopo la descrizione della fase successiva della Start Cup, i team si sono finalmente potuti cimentare nella prova su cui hanno lavorato duramente nelle ultime 48 ore. Quattro minuti a testa per raccontare alla giuria la propria startup. La giuria ha dovuto valutare i pitch secondo cinque criteri: identificazione dell’aderenza tra problema e soluzione, le caratteristiche del mercato, la coerenza del modello di business, la qualità espositiva e la partecipazione al Bootcamp. I risultati saranno diffusi all’inizio della prossima settimana così come i prossimi passaggi della Start Cup. Al di là della posizione in classifica, il giudizio sui progetti non è definitivo ma semmai rappresenta un incentivo ad andare avanti calibrando meglio il tiro: solo prendendo coscienza dei propri punti di debolezza si può diventare più forti.