Proprietà intellettuale e privacy: come tutelarsi

Non solo pitch e business plan: ci sono tanti altri temi da approfondire per sviluppare un progetto imprenditoriale.

Non solo pitch e business plan: i gruppi di ricerca finalisti dell’edizione della Start Cup Emilia-Romagna 2019 in questa Fase 2 hanno modo di approfondire alcuni temi necessari per sviluppare il proprio progetto imprenditoriale. Giovedì 18 luglio a WCap l’avvocato Marco Giacomello, esperto proprietà intellettuale (marchi e brevetti) e privacy (trattamento dei dati personali), ha spiegato in aula quali sono le lampadine da accendere quando si ha tra le mani una startup innovativa.

1) Il marchio
Con marchio si intende qualunque segno grafico denominativo o verbale che rappresenta la startup: può essere un nome, una parte grafica, può essere un marchio misto quindi un nome e una parte grafica. Racconta l’identità di un progetto, li rappresenta e li distingue dagli altri. Spesso si è portati a pensare che si tratti di un processo complesso o che sia un aspetto secondario ma quando ci si presenta all’esterno (a un investitore, un business angel, un partner) comunicare che si ha una proprietà intellettuale registrata e riconosciuta per dieci anni diventa un asset. Il marchio è la prima cosa che dovrebbe essere analizzata anche perché fossilizza qualcosa che si sta costruendo e mostra un obiettivo.

2) Il brevetto
Se la startup ha inventato qualcosa di innovativo (la legge parla di un quantum minimo di creatività) deve capire se può tutelare l’idea con un brevetto. È una soluzione non immediata ma se c’è dà un boost in più rispetto al marchio. Il marchio infatti rappresenta la parte più comunicativa e identitaria mentre il brevetto è il core del progetto. Avere un brevetto oggi significa avere qualcosa di importante che si può rivendere, licenziare o scambiare. L’iter per il raggiungimento del brevetto è tuttavia più complessa.

3) La blockchain
Quando non si hanno i requisiti per un brevetto ci si può affidare alla certificazione blockchain. Si tratta di una modalità che garantisce una data certa di anteriorità: si supera quello che chiamiamo timestamp (una volta si andava dal notaio o ci si spedivano delle buste chiuse) dal momento in cui si può certificare anche il contenuto. La blockchain permette di inviare un file in maniera criptata – quindi sicura – su un registro e non può essere modificato senza che altri se ne accorgano. Un certificato blockchain, inoltre, non ha scadenza. Si tratta di una tutela parallela alla proprietà intellettuale.

4) La privacy
I dati personali delle persone fisiche oggi sono sì un grande valore ma anche un grande rischio. Il rischio è che se non si rispetta la normativa si possono subire sanzioni molto elevate. Occorre prestare molta attenzione a ogni aspetto che riguarda la normativa GDPR ovvero i consensi informati che si fanno sottoscrivere, la gestione dei dati una volta acquisiti e la loro cancellazione. Chi ha accesso a questi dati ha un grosso asset ma la tracciatura degli stessi deve essere unica, certa e garantita. I progetti innovativi, inoltre, vista la loro mediaticità potrebbero essere più passibili di controlli da parte del garante della privacy. Attenzione quindi a questo aspetto.

5) Gli accordi di riservatezza
Oltre a tutto questo di cui abbiamo parlato finora, è consigliabile come ulteriore tutela, far firmare un accordo di riservatezza (i famosi NDA Non-Disclosure Agreement) prima di raccontare il progetto, soprattutto quando un team sviluppa qualcosa di particolarmente innovativo. Un accordo di questo tipo vincola le parti, è una soluzione ulteriore per non avere brutte sorprese.