Intervista allo sponsor Intesa Sanpaolo
Intesa Sanpaolo è sponsor di questa edizione della StartCup Emilia-Romagna.
Abbiamo parlato con Stefania Bergamaschi, direttore commerciale Imprese della Direzione Regionale Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo e Molise per conoscere il punto di vista della banca sulla nostra business plan competition.
Come mai avete deciso di sponsorizzare questa iniziativa?
“Intesa Sanpaolo aderisce a questa iniziativa perché condivide i valori e gli obiettivi della Start Cup: la nostra banca si propone di affiancare le aziende sin dalle prime fasi e per tutte le esigenze ed opportunità che si presentano durante lo sviluppo dell’attività di impresa.
Abbiamo deciso di contribuire a premiare le idee migliori dei ricercatori, degli studenti e dei docenti universitari che si avviano in questo percorso di sperimentazione intendendo la competizione come una sorta di positivo acceleratore”.
Intesa Sanpaolo è molto impegnata su questo fronte. Dal vostro osservatorio come vedete il contesto italiano dove operano le startup?
“Dal 2012 – anno in cui nel nostro Paese sono stati definiti i requisiti che deve possedere una startup innovativa – possiamo contare 10mila imprese di questa tipologia, solo nel secondo trimestre 2019 ne sono nate circa 350. Questo dimostra che vi è una notevole vivacità, agevolata anche da strumenti di tipo privato e pubblico che hanno contribuito a trasformare idee in attività imprenditoriali. Per le startup è infatti stato predisposto un quadro di riferimento nazionale che interviene su materie quali la semplificazione amministrativa, il mercato del lavoro, le agevolazioni fiscali, il diritto fallimentare. Di recente, inoltre, è stato istituito il Fondo Nazionale dell’Innovazione che prevede iniziative importanti sia in termini di contributi diretti che in termini di venture capital. Intesa Sanpaolo sostiene le imprese non solo con finanziamenti ma anche attraverso fondi propri e iniziative volte al sostegno delle startup. Per accompagnarle nella fase di progettualità e non solo, la banca si avvale infatti anche dell’Intesa Sanpaolo Innovation Center di Torino. L’idea innovativa va sostenuta affinché divenga attività di impresa e crei occupazione e sviluppo per il territorio: vogliamo aiutare le startup e le PMI a fare questo passo perché possano contribuire alla crescita del paese. Riteniamo che questa sia la strada giusta”.
Come si relaziona la vostra banca con l’ecosistema dell’innovazione?
“Quando parliamo di innovazione non ci limitiamo a restringere il campo alle startup ma consideriamo ricerca e sviluppo due fattori competitivi in grado di determinare il successo di un’impresa. Detto questo, ci siamo posizionati costruendo e sviluppando un network di relazioni sul territorio con imprese, incubatori e acceleratori, centri di ricerca, università e realtà locali e internazionali, contribuendo alla diffusione della cultura dell’innovazione attraverso workshop e eventi. Tramite Intesa Sanpaolo Innovation Center vengono analizzati i trend tecnologici e industriali e si individuano i possibili ambiti di applicazione delle nuove tecnologie e dei nuovi modelli di sviluppo. Si generano report e know-how, si sviluppano nuovi asset e nuovi business per il Gruppo anche attraverso la creazione di laboratori in partnership con centri di ricerca di eccellenza”.
Avete pensato ad altri strumenti ad hoc?
“Oltre alle iniziative già citate, Intesa Sanpaolo valorizza gli aspetti intangibili e il know how di tutte le imprese, anche nel modello di rating. I progetti delle startup sono sottoposti altresì al giudizio qualitativo di un team di specialisti che va a integrare la tradizionale valutazione creditizia colmando, secondo logiche non convenzionali, la mancanza di storicità economica-finanziaria dell’impresa. Poi ci sono anche le iniziative consolidate nel tempo: percorsi formativi, di accelerazione e di internazionalizzazione, prodotti finanziari per il funding, compresi dei prodotti misti di capitale e di finanziamento, matching tra imprese e scouting, tecnologico. Nell’ultimo periodo, inoltre, abbiamo sostenuto la transizione delle imprese sia in una prospettiva di open innovation sia verso soluzioni innovative che rispecchiano i criteri della circular economy. In questo caso, vorrei sottolineare che Intesa Sanpaolo, prima e unica banca, ha messo a disposizione un plafond di 5 miliardi di euro per favorire e per sostenere i progetti di questa natura. Siamo fermamente convinti che oltre all’approccio innovativo e tecnologico, tutte le realtà imprenditoriali debbano curare sempre più il loro business, i loro cicli produttivi e la filiera di appartenenza in un’ottica di economia circolare”.
Venendo alla StartCup, avete avuto modo di ascoltare qualche idea?
“Abbiamo analizzati i dieci progetti finalisti e in generale i progetti ci sono sembrati molto interessanti per il loro contenuto tecnologico e per il loro legame con il mondo della ricerca. Siamo davvero entusiasti di fare parte della giuria di valutazione dei progetti che il 10 ottobre si contenderanno la vittoria: aldilà di chi saranno i vincitori, auguriamo a tutti i candidati di poter realizzare il loro sogno imprenditoriale”.