I primi dieci finalisti dell’edizione 2020

Un bilancio aggiornato della competizione e i nomi di chi accede alla fase 2.


Archiviata la Fase 1 con i due Bootcamp e la pitching session, i 19 «diamanti grezzi» che hanno intrapreso la strada della Start Cup 2020 stanno cominciando a diventare gemme preziose. I team hanno dimostrato di aver colto i consigli impartiti dai coach di dipxel nel corso della formazione delle ultime settimane. Rispetto agli obiettivi da raggiungere in questa fase, i partecipanti hanno rivelato una crescita sensibile cominciando a disegnare le caratteristiche della startup che andranno a costituire. In particolare, tre dei cinque criteri sui cui sono stati valutati sono stati l’identificazione del problema e della sua soluzione, l’individuazione del mercato di riferimento e la coerenza del modello di business (gli altri due erano relativi alla presenza attiva del team al bootcamp e alla qualità espositiva del pitch che ricordiamo era di 4 minuti).

Inoltre, in questo momento di passaggio da una fase e l’altra, ci siamo anche potuti fermare per fare un primo bilancio di questa edizione in formato post-Covid.

«Come accade per le startup, l’anno scorso anche noi abbiamo fatto un pivot: siamo tornati alle origini concentrandoci sui soli progetti con chiari legami con il mondo della ricerca. Quest’anno abbiamo fatto un passo in più» spiega Silvia Falciasecca che in ART-ER ricopre il ruolo di responsabile della Start Cup «se prima questo legame andava certificato con una lettera di referenza rilasciata da uno strutturato, stavolta abbiamo accolto domande anche di studenti e dottorandi che hanno presentato il frutto della loro attività di studio e ricerca con progetti molto interessanti per la competizione. Si è trattato di un terzo delle 63 domande pervenute all’indirizzo della Start Cup, lo riteniamo un buon risultato».

Parlando dei numeri delle candidature il primato spetta all’Università di Bologna (26 candidature), seguono a ruota Modena e Reggio (16) e Parma (9) mentre sfiorano la parità Ferrara (4) e l’Università Cattolica di Piacenza (3) a cui si aggiunge un progetto proveniente dal CNR di Faenza. In questo gruppo, figurano 24 progetti da etichettare nel settore ICT, 18 in quello Cleantech&Energy, 14 per quanto riguarda il Life Science e 3 nella categoria Industrial.

Nella fotografia scattata sulle 19 startup che hanno avuto accesso alla Fase 1, vediamo che Unibo e UniMoRe raggiungono la parità con 7 progetti, mentre 3 arrivano da UniPr e UniFe e il CNR-ISTEC di Faenza ne hanno una a testa. Da una conoscenza più approfondita dei progetti, risultano anche piuttosto strette le quattro categorie ma per comodità possiamo riassumere così i settori di appartenenza: 6 Industrial, 5 Life Science, 4 e 4 Cleantech&Energy e ICT.

«Anche se la Start Cup per alcuni non proseguirà, non c’è da scoraggiarsi» sottolinea Sara Monesi, High Competencies e Startup Unit Manager di ART-ER rivolgendosi ai team in gara prima di dare il via alla pitching session «sia noi sia le associazioni imprenditoriali che hanno ascoltato il vostro pitch abbiamo la porta sempre aperta per darvi una mano nei vostri prossimi passi. Ricordatevi che con la vostra attività di ricerca potrete essere protagonisti dello sviluppo di una società migliore. Una competizione come la Start Cup nasce proprio per valorizzare questo».

Ecco infine i nomi dei dieci progetti che andranno avanti nel percorso della business plan competition a cui si aggiungeranno due finalisti scelti tra le candidature «in modalità speciale» (nella prima metà di luglio si conosceranno i nomi).

  • AgroMateriae [Industrial]: trasformazione in larga scala degli scarti agro-industriali in nuovi prodotti per l’industria della plastica.
  • Develop-Players [ICT]: attraverso un percorso di gamification  la startup sviluppa strumenti digitali per permettere a tutti di raggiungere traguardi nello studio.
  • Dig-Ital-Pen [ICT] :uno strumento innovativo per la digitalizzazione, modellazione 3D e catalogazione dei beni culturali.
  • FlexFire [Cleantech & Energy]: un dispositivo per il riutilizzo energetico degli scarti legnosi in agricoltura.
  • J.E.M.Tech [Life Sciences]: innovativa tecnologia di imaging cardiaco per la valutazione della funzionalità meccanica del cuore in sala operatoria.
  • Real-Time OCM [Industrial]: dispositivo integrabile e controllabile da remoto per l’analisi di lubrificanti in-situ e real-time per la manutenzione predittiva di macchinari.
  • TechnoB [Industrial]: dispositivo/maglia TENS indossabile per l’alleviamento di dolori cervicali e lombari tramite controllo smartphone.
  • UMBioPrint (ex UIMEIsmart) [Life Sciences]: produzione di una garza innovativa  che permette il rilascio graduale dei farmaci antirigetto solo attorno agli organi trapiantati, garantendo la funzionalità del sistema immunitario per gli altri organi.
  • VitroTox [Life Sciences]: ha sviluppato una soluzione innovativa per effettuare analisi tossicologiche più rapide ed economiche rispetto agli standard in uso.
  • ZENIT Smart Polycrystals [Industrial]: materiali innovativi per sorgenti laser più efficienti, miniaturizzate e meno costose.

Un grosso in bocca al lupo a tutti e buona ricerca!