Real Time OCM – Interviste ai finalisti

San Chip Innovation è una startup innovativa, non ancora costituita, nata con l’intento di operare nel mercato della manutenzione predittiva per l’analisi dei lubrificanti e dei fluidi di lavoro. Il nostro progetto principale di ricerca e sviluppo a supporto delle aziende si chiama Real Time Oil Condition Monitoring ed è quello con cui ci presentiamo alla Start Cup. Noi sappiamo che circa il 50% dei guasti di natura meccanica della maggior parte dei macchinari industriali sono correlati alle condizioni dell’olio di lubrificazione o del fluido di lavoro. Per prevenire questo, occorre programmare la manutenzione per monitorare lo stato di salute dei componenti meccanici. Farlo però non è semplice per una serie di motivi di carattere logistico e tecnico: ci vuole tempo, personale altamente specializzato e la capacità di organizzare periodicamente la manutenzione. Noi abbiamo progettato un dispositivo basato sulla tecnologia Lab-on-Chip (LOC), facilmente installabile e integrabile sui macchinari da monitorare, in grado di dare un riscontro in tempo reale e con la possibilità di controllarlo da remoto.

Da chi è composto il team?

Siamo in tre e siamo un gruppo molto affiatato. Oltre a me, Marco Cozzolino, fanno parte del team Denise Pezzuoli e Leonardo Mattioli: siamo molto amici anche perché eravamo in classe insieme al liceo. Denise ed io abbiamo una laurea magistrale in Fisica all’Università di Parma e lo scorso marzo 2020 abbiamo acquisito il dottorato di ricerca in Fisica rispettivamente all’Università di Genova e all’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. Leonardo, invece si è laureato in Automotive Engineering al Politecnico di Torino e da sei anni lavora in Inghilterra nel settore automobilistico e dei motori.

Come è nata l’idea?

Leonardo ci raccontava che nel suo settore c’era un problema legato al processo di analisi dei lubrificanti nei vari tipi di motori: per vedere il grado di usura del macchinario occorre un test lungo e costoso che va esternalizzato e che in certe condizioni può essere anche pericoloso per chi si occupa del prelievo del campione. Noi avevamo le competenze per far fronte a questo problema: Denise è esperta di piattaforme microfluidiche mentre io di sensoristica da installare su queste piattaforme, in modo da poter caratterizzare sia lo stato di usura del lubrificante che del macchinario. Insieme siamo riusciti a combinare le nostre passioni e le nostre ricerche: è stata una grande prova anche per la nostra amicizia che è uscita ancora più solida in fase di progettazione della startup. Fare gli imprenditori è un’ambizione che coltiviamo fin dai tempi della scuola.

A che punto siete?

Attualmente siamo nella nostra fase di fundraising. Abbiamo già sviluppato un minimum viabile product e abbiamo fatto delle analisi di mercato per verificare lo stato dell’arte e della brevettabilità dell’idea. Siamo in contatto con i nostri primi finanziatori e partner con i quali stiamo stringendo accordi per passare alla fase di prototipazione e industrializzazione del prodotto. Denise ed io abbiamo deciso di investire il 100% del tempo in questo progetto di startup rinunciando ad altre opportunità. E questo ha pagato, dato che possiamo già vantare risultati importanti a pochi mesi dall’inizio del progetto. Siamo tra i dieci finalisti non solo della Start Cup Emilia-Romagna ma anche dell’Industrio Day 2020 oltre a essere stati selezionati al Premio Speciale Marzotto Symphonia SGR.

Quali sono i punti di forza e quali, invece, i punti di debolezza?

La nostra soluzione offre la possibilità di minimizzare i guasti e il downtime dei macchinari aumentandone l’affidabilità. Avere i risultati dei parametri da analizzare in tempo reale oltretutto ottenendoli da remoto, permette un risparmio non solo di tempo ma anche di natura economica, dal momento che si può ridurre la presenza degli operatori in loco e si può evitare di rivolgersi a laboratori esterni. Inoltre, in questo modo si sfrutta a pieno il ciclo di vita del lubrificante minimizzando gli sprechi e riducendo l’impatto ambientale dovuto al dispendio energetico e dei trasporti visto che gli impianti lavorano a pieno regime. Anche la composizione del team è un punto di forza: siamo molto determinati e «affamati» ed è proprio per questo che non ci abbattiamo quando troviamo gli ostacoli sulla nostra strada che sappiamo essere in salita per mancanza di fondi e di laboratori. Noi ci mettiamo volontà, rapidità ed elasticità, tre elementi imprescindibili di chi vuole fare innovazione.

Vi ha travolto una pandemia nella creazione della vostra startup: come ha inciso il Covid?

Il nostro progetto è «figlio» del Covid. Anche se l’idea è nata poco prima dell’emergenza, e proprio quest’ultima ci ha spinto a dare il massimo impegno nella realizzazione della nostra startup. Abbiamo cercato di cogliere tutte le opportunità che sono nate in quel periodo come i corsi e i seminari di imprenditoria che sono stati svolti in modo eccellente in maniera digitale. Dalla nostra abbiamo anche investito denaro per acquistare le apparecchiature necessarie ad allestire un piccolo laboratorio in casa: il nostro minimum viabile product è frutto del lockdown.

Cosa vedete nel vostro futuro?

Sul breve termine, vogliamo andare sul mercato il prima possibile mentre sul medio-lungo periodo, oltre a diventare degli imprenditori di riferimento nel nostro settore, vogliamo creare occupazione nel nostro paese. Quanti laureati come noi si sono trovati di fronte al bivio di dover scegliere se rimanere in Italia o di cercare una carriera all’estero? Noi crediamo che la chiave di crescita, soprattutto in questo periodo di crisi, sarà nell’innovazione. Noi stiamo scommettendo sul nostro di futuro ma anche su quello dei tanti giovani che vorranno seguire la nostra strada.