Agromateriae

AgroMateriae vince il PNI – Premio Nazionale per l’Innovazione

È una startup dell ‘Università di Modena e Reggio ad aggiudicarsi la Coppa dei Campioni PNI. Prima nella categoria Cleantech&Energy, AgroMateriae porta a casa non solo un assegno da 25 mila euro ma un riconoscimento prestigioso nel panorama dell’innovazione italiana.

Per la Start Cup Emilia-Romagna è stata un’edizione dalle grandi soddisfazioni: su cinque startup arrivate al PNI, ben quattro sono approdate alla finale.

Oltre ad AgroMateriae, JEM Tech si aggiudica il premio speciale EIT Health InnoStars che si traduce nella possibilità per la startup ai partecipare al primo bootcamp degli InnoStars Awards 2021, un programma di incubazione d’impresa dedicato ai team provenienti dall’Italia, Portogallo, Polonia e Ungheria.

«Siamo increduli, è un risultato al di sopra di ogni aspettativa» dichiara Alessandro Nanni di AgroMateriae «per noi ogni traguardo è un nuovo inizio».

«La startup affronta il problema strutturale della plastica e lo fa in modo corretto» spiega Enrico Pochettino di Iren Spa a cui spetta l’onore di premiare il team «hanno un prodotto già sviluppato, hanno già un partner industriale, quindi vuol dire che sono già usciti dal laboratorio e sono concentrati sul recupero degli scarti vitivinicoli ma hanno già in programma di utilizzare altri settori del settore agricolo nel rispetto dell’economia circolare. Inoltre hanno un buon team: questo è il segreto per essere pronti ad aggredire il mercato».

La finale del Premio Nazionale per l’Innovazione è stata anche l’occasione di fare il punto della situazione sul territorio.

«La transizione verso un mondo sostenibile richiede un investimento in ricerca e innovazione perché è qui che si trovano le risposte per la ripartenza» ha detto il rettore dell’Università di Bologna Francesco Ubertini «la situazione che stiamo vivendo ci ha mostrato la necessità di riconvertirsi e di sfruttare il momento di crisi per anticipare il futuro».

 

«C’è chi dice, parafrasando il titolo di un film, che L’Italia non è un paese per startup» continua Alessandro Grandi, presidente di PNICube «il PNI 2020 contribuisce a confutare questa affermazione apodittica o quanto meno induce ad avere ottimismo. Con 65 finalisti abbiamo avuto un picco nella storia del premio ma oltre alla quantità abbiamo notato una crescita forte nella qualità dei progetti presentati». «Le nuove imprese devono essere considerate gli agenti principali del cambiamento del nostro sistema industriale e il potenziale va individuato proprio nel mondo della ricerca» aggiunge «sono andati molto bene anche gli incontri del business match tra investitori, corporate e startup: ora sarà il mercato a decidere le vere vincitrici di questa edizione».

«La società della conoscenza è il primo pilastro della crescita sostenibile in Emilia-Romagna» ha sottolineato il presidente della Regione Stefano Bonaccini «abbiamo il numero più alto di startup per quota pro-capite, dobbiamo sostenere queste realtà e lo faremo nella prossima programmazione europea 2021-2027 oltre che nel Patto per il lavoro e per il clima che andremo a sottoscrivere nei prossimi giorni con tutte le parti sociali. Ci prendiamo un impegno che arriva al 2030, che supera quindi la durata della legislatura».

«La nostra missione è quella di guardare alle nuove generazioni» interviene il presidente della Camera di Commercio di Bologna Valerio Veronesi «come numero di startup generate siamo secondi solo a Milano. Noi abbiamo bisogno di imprenditori perché sono loro che fanno crescere un territorio. Fare impresa è uno stile di vita che purtroppo non si insegna a scuola e nelle università, è una questione di resistenza ed si tratta di un percorso di intelligenza e di relazioni ma chi ha delle buone idee non ha paura di niente».