Il team di AREA S3: ecco gli esperti in aiuto ai candidati
Volete chiarimenti sul bando della Start Cup Emilia-Romagna o volete parlare con qualcuno che vi aiuti a capire le potenzialità del vostro progetto d’impresa? Il team dell’AREA S3 di ART-ER può supportarvi nella presentazione della candidatura.
Si tratta di persone con preparazione ed esperienza nella creazione d’impresa e che conoscono i singoli territori, vantaggio questo non da poco anche nell’ottica di consigli e opportunità mirate.
Conosciamo i referenti di AREA S3 per Ravenna, Rimini e Forlì – Cesena, di Parma e di Bologna. Se invece volete conoscere chi può seguirvi su Piacenza, Ferrara, Modena e Reggio Emilia cliccate qui.
Nella pagina staff trovate i riferimenti per contattarci.
Chi sono
Sara D’Attorre (Area S3 Ravenna)
Sono laureata in Storia Contemporanea e in Management per l’Economia Sociale. In ART-ER, ho gestito per un anno il presidio regionale in Silicon Valley e mi occupo di sviluppo di progetti di internazionalizzazione dell’ecosistema regionale negli USA. Inoltre lavoro nell’Area S3 sul territorio di Ravenna per supportare i giovani con alte competenze, idee imprenditoriali innovative e progettualità collaborative tra i diversi attori.
Nicolò Pranzini (Area S3 Rimini)
Sono laureato in Scienze politiche con specializzazione in Cooperazione Internazionale a cui sono seguiti un anno di servizio civile volontario nella mia città, un’esperienza di quattro anni a Bruxelles in una ONG internazionale e diversi anni da freelance nel campo della progettazione sociale. Sono arrivato in ART-ER nel 2016 per occuparmi degli Spazi Area S3 di Ravenna e Rimini e sono attualmente anche referente di un programma di Big Data e Digital Skills per neo-laureati e della rete regionale dei Laboratori Aperti.
Alain Marenghi (Area S3 Parma)
Sono in ART-ER dal 2015 ma mi occupo di imprenditorialità innovativa dal 2004. Ho una formazione economica-quantistica ma ho letto anche tanto Dostoevskij.
Giorgia Cossovel (Area S3 Bologna)
Attirata da un articolo sull’economia della conoscenza, nel 2008 ho scoperto il Consorzio Spinner con cui ho iniziato a collaborare alle attività dedicate allo sviluppo di quelle che ora chiamiamo anche in Italia startup ma che a quel tempo venivano definite «idee di impresa ad alto contenuto tecnologico». Sette anni dopo sono entrata a far parte dello staff di ART-ER. Mi occupo di orientare le startup tra bandi e opportunità per crescere.
Qual è la caratteristica di un aspirante startupper che apprezzi di più?
Sara: Tenacia, curiosità e pragmatismo: qualità diverse ma tutte fondamentali.
Nicolò: La capacità di apprendere e adattare la propria idea in corsa.
Alain: A mio avviso sono sostanzialmente due, in questa sequenza: ascoltare e decidere.
Giorgia: La capacità di trovare continuamente nuove soluzioni.
Eleonora: La passione per la propria idea e la capacità di farla evolvere, di cambiarla, persino di stravolgerla nel tempo.
Qual è la dote che le persone che hai supportato nei primi step della Start Cup ti hanno riconosciuto?
Sara: L’attenzione verso le persone e i loro progetti ma anche la messa in discussione delle loro idee in un’ottica di miglioramento.
Nicolò: Direi l’attenzione alla relazione e la disponibilità.
Alain: Quella di riuscire a metterli in difficoltà.
Eleonora: Sono alla prima edizione della StartCup ma ho seguito per molto tempo il tema dell’accompagnamento a progetti di impresa innovativa all’interno del programma Spinner. Metterò a disposizione questa mia esperienza nonché le mie competenze di gestione finanziaria per aiutare i partecipanti a raggiungere l’obiettivo.
In che modo convinceresti un team a partecipare alla Start Cup?
Sara: È un’opportunità per testare la loro idea ma anche loro stessi ma è anche un modo di conoscere un mondo molto diverso da quello che magari hanno conosciuto finora. Resta il fatto che la Start Cup è un momento di crescita e apprendimento per tutto il gruppo rispetto a temi che possono essere molto utili a prescindere dalla strada che poi ogni componente del team sceglierà.
Nicolò: Dicendo che si tratta di un’esperienza di crescita professionale e personale unica prima ancora di essere una competizione.
Alain: Dicendo che è un’occasione unica da tanti punti di vista. È un confronto tra pari, un momento di formazione e messa in discussione con sé stessi e un modo per acquisire capitale relazionale.
Giorgia: Sicuramente lavorerei in una startup che sviluppa un prodotto più che un servizio e mi occuperei delle relazioni con partner e investitori.
Eleonora: La Start Cup è un’opportunità da cogliere, non solo per il prestigioso premio finale ma soprattutto per le possibilità che offre ai partecipanti in ottica di formazione con esperti di livello elevato e di creazione nuove connessioni.
La tua più grande soddisfazione personale legata alla Start Cup?
Sara: I ringraziamenti da parte di un team di un progetto arrivato in finale.
Nicolò: Il fatto di aver mantenuto legami professionali con le persone che ho supportato a prescindere dall’esito che ha poi avuto l’idea di startup.
Alain: Non posso citarne una in particolare. Diciamo che, avendone seguite tante da vicino, sono molto contento quando le persone riescono a realizzare i loro progetti. O anche quando capiscono che la loro strada è un’altra.
Giorgia: Posso citare un caso specifico. Era il 2014 e durante un evento di R2B un ragazzo mi racconta il suo progetto. Gli dico che secondo me il bando della Start Cup fa al caso suo. Lui mi ascolta e vince il primo premio ma non solo. In quell’occasione in pochi minuti spiega la sua soluzione e porta a casa il suo primo cliente convincendo una persona del pubblico. La startup esiste ancora: ha cambiato modello di business più volte ma proprio grazie alla capacità di trasformarsi offre un servizio innovativo a molte grandi aziende.
Eleonora: Nel supporto ai team di aspiranti imprenditori, sono contenta non solo quando e se vincono ma soprattutto quando capiscono che l’impegno che profondono nel loro progetto li sta portando nella giusta direzione.