Posh – Intervista ai finalisti

App che raccoglie tutti i negozi di abbigliamento e permette di visionarne i prodotti dallo smartphone. Il founder Giorgio Garuti ci racconta il progetto nei suoi dettagli

 Di che cosa vi occupate?

Abbiamo sviluppato un’app che raccoglie tutti i negozi di abbigliamento e permette agli utenti di trovarli e di visitarli direttamente dal proprio smartphone tramite una semplice ricerca per nome del punto vendita, del brand e dei prodotti venduti.

Posh è un’opportunità per i negozi di affrontare la rivoluzione digitale e di avere uno strumento adatto per non farsi schiacciare dagli e-commerce ma al contempo offre ai consumatori un’esperienza che coniuga la parte digitale con l’app con quella analogica dal momento che il passaggio successivo prevede di recarsi in negozio per provare il capo ed effettuare l’acquisto.

Noi vogliamo cambiare il paradigma: oggi i siti di e-commerce tagliano fuori i negozianti mentre noi li mettiamo al centro. I clienti non sono i nostri ma i loro e questo crea valore sia per il negozio sia per Posh. Il nostro si configura come uno spazio dedicato al mondo del fashion: gli utenti sono lì per scoprire e comprare e questo implica che il negoziante non deve generare da solo il traffico ma può godere di quello della piattaforma senza perdere il contatto e il rapporto diretto con i suoi clienti. Noi siamo il mezzo e le persone sono il nostro valore. Posh non è un e-commerce ma un punto di incontro: la shopping experience comincia stando comodamente seduti sul divano di casa ma poi l’esperienza continua uscendo sapendo però dove trovare ciò che uno desidera andando a colpo sicuro. C’è inoltre un altro tema che ci sta a cuore, quello dell’aspetto di Fashion Social: gli utenti potranno seguire i loro negozi preferiti, trovando nelle singole bacheche tutti i prodotti da loro pubblicati, con una sezione chiamata «Per te» con uno scroll down infinito pieno di capi e prodotti affini ai loro interessi per scoprire cose nuove e restare al passo con i trend. Infine potranno pubblicare i loro outfit così da essere parte attiva della community di Posh.

 Da chi è composto il team?

Il team di Posh è multidisciplinare e determinato. I quattro membri della startup ad oggi hanno tutte le competenze tecniche necessarie alla realizzazione del prodotto e alla sua commercializzazione. Io, Giorgio Garuti, sono il project manager e frontman del progetto. Ho una laurea in Economia e Finanza e ho continuato gli studi specializzandomi in Management e Business Consulting. Con noi c’è Anna Pietri, con il ruolo di art director. Lei ha una laurea in Design industriale. Il terzo componente del team è Pierre De Oliveira Ehrensberger con la competenza di full-stack developer. Dopo essersi diplomato in informatica e telecomunicazioni, Pierre si è iscritto a Ingegneria informatica. Infine Andrea Livaldi, laureato in Ingegneria informatica con una specializzazione in big data engineering, è server administrator e full-stack developer.

Abbiamo scelto Posh come nome per la nostra startup perché rappresenta la nostra filosofia: eleganza e stile prima di tutto. L’immaginario a cui facciamo riferimento è quello di Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany. Il nostro proposito è quello di dare una nuova forma al mondo magico del fashion retail e contiamo di farcela grazie al mix delle nostre competenze.

Come è nata l’idea?

Piccola premessa, io ho sempre amato tantissimo la moda, i vestiti e andare in giro per le vie del centro a fare quella che noi a Modena chiamiamo «vasca» per vedere le vetrine dei negozi.

Un giorno volevo comprare una giacca particolare ma non avevo idea di dove prenderla: era fine anno scolastico, e non essendo mai stato uno studente modello avevo tutta una serie di verifiche ed interrogazioni per salvarmi l’estate ed evitare di prendere un debito da recuperare a settembre. Quindi non avevo tempo di fare shopping ma non volevo comprare il capo on line perché volevo provarlo, toccarlo e capire se era il mio. Allora mi sono chiesto perché non c’è modo di vedere a distanza le vetrine dei negozi così da andare a colpo sicuro senza perdere tempo in quello che ha ciò che voglio? Questo succedeva nel 2015, all’epoca non avevo le competenze, non avevo il team e non sapevo come si facesse una startup. Oggi invece le cose sono molto cambiate anche il progetto che sta nascendo è molto diverso da come l’aveva pensato quel diciottenne che ascoltava poco le lezioni ma sognava di fare impresa.

 A che punto siete?

Al momento abbiamo strutturato l’idea. Stiamo realizzando la versione beta dell’app e abbiamo preparato il piano d’azione per il lancio sul mercato. Siamo in una fase di assetto pre-lancio nella quale cerchiamo finanziatori e sognatori come noi che si vogliano imbarcare in questo progetto.

 Quali sono i punti di forza di Posh e quali invece di debolezza?

I vantaggi che offre Posh sono numerosi. Innanzitutto saremo in grado di offrire ai commercianti la possibilità di ottenere facilmente maggior visibilità on line e di creare profili professionali. Questo accadrà grazie ai codici identificativi dei prodotti con i quali potranno alimentare vetrine e cataloghi con foto realizzate da professionisti in pochi minuti e a costo zero, così da creare uno showroom o store serio ed elegante. Posh diventerà un’alternativa all’e-commerce che restituirà il piacere dello shopping tradizionale senza perdite di tempo ed offrendo un costante aggiornamento sui negozi preferiti e sulla moda. La principale debolezza che riscontriamo è che come ogni piattaforma multilaterale prima di essere effettivamente di valore bisognerà raggiungere una massa critica da entrambi i lati del nostro mercato, quindi lato negozianti e lato utenti.

 Vi siete trovati a progettare una startup in tempi di pandemia: come ha inciso questo nel vostro lavoro?

Sicuramente avere tutti più tempo libero, viste le limitazioni dovute alle restrizioni dovute all’emergenza da Covid, ha aiutato. Inoltre la situazione ha messo ancora più in risalto la necessità di un servizio come il nostro per accompagnare i negozianti nella rivoluzione digitale.

 Un bilancio del percorso della Start Cup

Il bilancio è certamente positivo. Speriamo di raccogliere il maggior numero di feedback possibili, così da metterci in discussione e migliorare sempre di più il nostro progetto.

Inoltre, speriamo di creare relazioni e contatti utili alla crescita di Posh.

 Cosa vedete nel vostro futuro?

Per i numeri c’è il nostro business plan. Il nostro sogno è essere nei prossimi cinque anni una piattaforma leader in Europa, rivoluzionando il mondo dello shopping. Abbiamo un sacco di idee e di progetti per ampliare i nostri servizi. Vogliamo creare un vero e proprio ecosistema nel settore del fashion.