Interviste ai finalisti 2024: 2G Carbons
Fertilizzante derivato da scarti agroindustriali e dalla depurazione delle acque in un processo di economia circolare. Ne parliamo con Antonella Iacondini.
Di che cosa vi occupate?
Il nostro slogan potrebbe essere «depura, recupera, nutri». Tre parole per sintetizzare la nostra attività che prevede di dare nuova vita agli scarti agroindustriali, trasformandoli in materiali avanzati per la depurazione delle acque. Il risultato finale è un fertilizzante straordinariamente efficace e sostenibile che chiude il ciclo in modo ecologico e innovativo. Per questo la nostra startup si chiama 2G Carbons.
Studiamo materiali dotati di proprietà versatili definiti di «seconda generazione» per due motivi. Il primo è che provengono da scarti agroindustriali e non da fonti fossili; quindi, non consumano materie prime preziose mentre il secondo riguarda le proprietà chimico-fisiche, nuove e tutte da esplorare nelle loro applicazioni, in pratica dei «carboni 2.0».
Da chi è composto il team?
Siamo un gruppo numeroso ed affiatato composto da undici persone. Lavoriamo insieme da diversi anni nello stesso team di ricerca dell’Università di Bologna con formazione e competenze diverse ma tutte interessate alla sostenibilità ambientale. L’amministratore della società sarà Andrea Contin, docente di fisica e di energie rinnovabili. Ci sono inoltre Alessia Alcantarini Enrico Balugani Sara El Yamani Nicolas Greggio Chiara Gualandi Stefano Macrelli Diego Marazza Marco Melandri Antonio Primante, tutti docenti, ricercatori e tecnici dell’Università di Bologna. E poi ci sono io, Antonella Iacondini. Mi occupo di ricerca industriale e di trasferimento tecnologico e nella startup mi dedicherò allo sviluppo business.
Nella realtà che andremo a costituire potremo continuare a fare sviluppo industriale intraprendendo una carriera imprenditoriale. Fare sviluppo industriale è la nostra mission: con 2G Carbons potremo vedere realizzate le nostre idee, potremo valorizzare i brevetti già depositati e quelli che depositeremo in futuro.
Come è nata l’idea?
È stato il nostro collega Antonio ad avere l’intuizione. Appassionato di agricoltura, ha un terreno tutto suo dove può sperimentare le sue idee innovative. La scintilla è nata dall’unione delle sue competenze professionali e dalla sua passione per l’ambiente. Esperto di impianti per la gestione degli scarti e delle acque, ha capito che il sottoprodotto di un processo di depurazione poteva essere prezioso per la fertilità dei suoli. Grazie alla curiosità e allo studio, ha sviluppato insieme ad altri ricercatori un brevetto che consideriamo rivoluzionario.
A che punto siete?
Siamo pronti a lanciare MgOCarbon, un materiale, frutto della nostra ricerca, creato valorizzando gli scarti agroindustriali. Questo prodotto è straordinario perché ha eccellenti capacità di filtrazione per la depurazione delle acque reflue e, alla fine del processo, restituisce un fertilizzante efficace e sostenibile. Partiamo avvantaggiati dal momento che abbiamo già un brevetto depositato da valorizzare. Siamo anche tra le startup selezionate per l’InnovationLab, l’incubatore tecnologico gestito dal Comune di Ravenna in collaborazione con il Tecnopolo di Ravenna. Una bella opportunità visto che si trova nel Centro di Ricerca Ambiente, Energia e Mare di Marina di Ravenna.
Inoltre, proprio pochi giorni fa, due nostre colleghe, Alessia e Sara, hanno vinto un premio in memoria di Raul Gardini sui temi della sostenibilità ambientale e della bioeconomia circolare per il cofinanziamento della nostra idea imprenditoriale. Costituiremo a breve la società anche perché siamo pronti: la nostra tecnologia è stata validata in scala pre-pilota. Ora stiamo lavorando alla scala reale e cerchiamo investitori che credano nella nostra idea e che ci supportino nel portarla sul mercato.
Quali sono i vostri punti di forza e i vostri punti di debolezza?
Il nostro progetto, partendo dagli scarti dell’agroindustria, passando dalla depurazione dei reflui e tornando all’agroindustria con un fertilizzante innovativo e sostenibile, è un esempio da manuale di economia circolare. Siamo forti nella transizione ecologica perché preveniamo la combustione incontrollata degli scarti senza considerare che produciamo fertilizzanti che riducono la dipendenza dell’UE da materiali importati. E questo è un grande valore aggiunto. Siamo consapevoli che le nostre soluzioni, innovative dal punto di vista ambientale e promettenti da tanti punti di vista, devono essere sostenibili anche sul piano della sostenibilità economica. Per questo siamo sempre al lavoro per ottimizzare i processi sulla scala reale.
La sfida principale è il prodotto stesso. Parliamo di un fertilizzante altamente innovativo che dovrà posizionarsi in un mercato tradizionale. Dovremo lavorare molto sulla comunicazione e sul marketing, collaborando con degli esperti in materia, mentre sul piano tecnologico ci sentiamo più pronti.
Cosa vedete nel vostro futuro?
Vogliamo essere i ricercatori «dell’ultimo miglio», capaci di valorizzare i brevetti futuri e portare l’innovazione a livello nazionale e internazionale. Desideriamo lasciare un’impronta indelebile nel settore della sostenibilità ambientale, guidando il cambiamento verso un mondo più verde. Ci immaginiamo come pionieri dell’innovazione industriale: trasformiamo i sogni accademici in realtà di mercato.