Intervista a KIOSKO

Interviste ai finalisti 2024: KIOSKO

Startup che produce e offre pasti freschi e salutari attraverso una rete di vending machine intelligenti. Alex Iuliani ci illustra il progetto 

Di che cosa si occupate?

KIOSKO è una startup che produce e offre pasti freschi, salutari e convenienti per il portafoglio attraverso vending machine intelligenti. Tali macchine, in tutto e per tutto uguali a quelle che vediamo di solito, saranno posizionate strategicamente in luoghi ad alto traffico pedonale come stazioni ferroviarie, campus universitari, aeroporti, metropolitane, ospedali, residenze universitarie, piscine e palestre. Il nostro è una specie di chiosco di ultima generazione. La nostra startup si chiama KIOSKO per questo: vogliamo dare l’idea di un luogo di ristoro dove è possibile reperire i propri pasti velocemente ma allo stesso tempo vogliamo sottolineare l’aspetto tecnologico e innovativo che ci contraddistingue. Ecco giustificate le K che vedete nel nome: servono a incarnare il connubio tra un concetto tradizionale che tutti noi conosciamo e un servizio di carattere innovativo.

A chi vi rivolgete?

Alle persone che sono sempre in movimento e che sono costrette a pasti frettolosi. Il nostro obiettivo è quello di rivoluzionare l’accesso a opzioni alimentari di qualità per questo specifico target, fornendo una vasta gamma di pasti nutrienti e pronti da consumare. Siamo particolarmente attenti alle diverse esigenze alimentari dei nostri clienti, offrendo opzioni per tutte le categorie, incluse alternative gluten free, vegane, senza lattosio oltre ad altre preferenze o necessità dietetiche specifiche.

Come funziona il vostro KIOSKO?

Le vending machine che useremo, dotate di tecnologia avanzata, offrono un’esperienza d’acquisto rapida e intuitiva, supportata da una app mobile che consente di localizzare la macchina più vicina, di effettuare ordini anticipati e di pagare in modo sicuro. Inoltre, su decisione del singolo utente, si potranno ricevere consigli personalizzati riguardo ai pasti che potrebbe preferire dando la possibilità di raccogliere punti fedeltà per ricevere sconti o per altre iniziative. Con KIOSKO puntiamo a offrire una soluzione pratica e sostenibile per tutti coloro che cercano di mantenere un’alimentazione sana ovunque si trovino, migliorando il benessere delle persone in ogni contesto.

Da chi è composto il team?

Il team di KIOSKO è eterogeneo e al momento composto da tre persone. Darie Raclau, studente di Management e Marketing all’Università di Bologna, si occupa di ricerche di mercato, brand identity e marketing. Poi ci siamo Gemma Torricelli ed io, Alex Iuliani, entrambi frequentiamo Food System all’Università di Parma. Gemma, in particolare, segue l’indirizzo di Food Management, a lei infatti spetta la gestione della parte commerciale e della gestione clienti ma è anche la mente che studia nuove ricette da aggiungere al menù insieme al resto della squadra. Il mio indirizzo invece è quello di Food Science ma al contempo studio anche Scienze e Tecnologie Alimentari nello stesso ateneo.

A inizio 2024 ho co-fondato insieme al mio socio, Simone Salvarani, una startup innovativa che produce alimenti e ingredienti per il mercato gluten free e free-from che si chiama ALSI Gluten Free. Questa azienda arriverà sul mercato a breve dopo aver stretto accordi di joint development con leader mondiali in ricerca e sviluppo, con i quali collaboriamo costantemente per sviluppare nuove ricette. La stretta collaborazione, inoltre, ci darà un vantaggio competitivo non indifferente dal momento che uno dei grandi limiti per le aziende del settore è spesso la produzione promiscua, con e senza glutine, una gestione complessa ma soprattutto onerosa. Del resto, essendo Parma capitale della Food Valley, innovare non può che essere la nostra specialità.

Come è nata l’idea?

L’idea è nata durante un viaggio in Polonia nell’Aprile del 2023. Abbiamo notato che all’interno di un centro commerciale della città di Wroclaw un intero piano era dedicato ad attività ristorative. Si trovano in un’unica enorme stanza fast food, hamburgherie, bisteccherie, ristoranti cinesi, pizzerie e addirittura mense self-service. L’aspetto peculiare è che nessuno di questi ha tavoli propri, ma tutti i tavoli sono disposti al centro della stanza, e sono comuni, così che un cliente possa acquistare il proprio pasto dove preferisce, per poi andare a sedersi con i suoi amici che magari hanno optato per altro. Oltre ai tavoli, stretti banconi dotati di sgabelli erano l’ideale per chi intendeva mangiare da solo, senza dover interagire con altri. Uno di questi commensali solitari, dopo aver completato il suo pasto, si è alzato per dirigersi verso una di quelle «macchinette» tradizionali che vediamo un po’ dappertutto. Qui ha comprato dei macarons come dessert invece che ordinarlo al ristorante da cui si era servito. Erano un prodotto di pasticceria, non un prodotto industriale. Lì è nato un principio di idea: e se tutto il pasto fosse disponibile tramite vending machine?

Poi come si è sviluppato il progetto?

L’occasione si è presentata nell’aprile del 2024 quando, durante gli Innovation Days organizzati da EU Green Alliance all’interno di tutte le università partner europee, appuntamento al quale ho partecipato all’Università di Parma. Una delle challenge proposte dall’Unione Europea era quella di combattere gli sprechi alimentari. Nei mesi precedenti, lavorando autonomamente al progetto, avevo scoperto che secondo la FAO la maggior parte degli sprechi alimentari nelle zone industrializzate del mondo avvengono nell’ultima fase della filiera alimentare, sarebbe a dire il consumo. Cuciniamo troppo ma poi invece di utilizzare il cibo spesso lo buttiamo, a livello domestico così come nella ristorazione collettiva, mense in primis. Dunque ho pensato: perché combattere gli sprechi dopo averli prodotti, quando potremmo combatterli in origine, fornendo pasti bilanciati e calibrati e nelle giuste porzioni, riducendo così le probabilità di spreco? E come possiamo farlo in modo agile? A quel punto si è accesa la lampadina: perché non farlo con smart vending machine.

Che tipo di accoglienza c’è stata?

Il progetto ha riscosso un ampio consenso sia da parte dei professori e sia da parte della giuria, un riscontro che ha fatto sì che fossi invitato a partecipare a competizioni per startup. Mi sono così iscritto allo Startup Weekend di Reggio Emilia con il preciso intento di costituire un team ex novo, dal momento che quello originale aveva perso elementi a causa di dottorati di ricerca e impegni accademici vari. Ho così trovato Darie e Gemma. Nonostante ci conoscessimo da poche ore e fossimo mediamente giovani visto che avevo 25 anni io, Gemma 21 e 20 Darie, siamo riusciti a conquistare il terzo posto. Proprio durante lo Startup Weekend abbiamo inoltre scoperto che un’azienda americana, attiva solo negli Stati Uniti, il suo nome è Farmer’s Fridge, ha un business di successo basato su pasti salutari venduti tramite vending machine. Pertanto, su consiglio dei mentor presenti, abbiamo deciso di convogliare i nostri sforzi sul ricreare quel business model, adattandolo però al contesto italiano ed europeo. 

A che punto siete?

Grazie all’esperienza nel settore Food sappiamo già come produrre i pasti nel modo più efficiente possibile. Abbiamo a disposizione un laboratorio per la produzione dei pasti senza glutine collaborando con ALSI Gluten Free. Inoltre abbiamo individuato un partner per il noleggio delle smart vending machine, che è in partnership con l’Università di Parma, e abbiamo a disposizione un capannone di nostra proprietà in zona strategica che intendiamo adibire ad hub produttivo una volta ultimati lavori di ristrutturazione.

Quali sono i vostri punti di forza e i vostri punti di debolezza?

Nonostante le attuali tecnologie di conservazione degli alimenti permettano di sprecare poco, è inutile negare che il rischio di pasti invenduti sia presente, così come per ogni altro soggetto operante nel settore Food. A questo riguardo stiamo lavorando per trovare le soluzioni di packaging e gestione logistica più adatte alle nostre esigenze, mantenendo sempre una filiera corta e di qualità che ci permetta di garantire il tracciamento degli ingredienti e il peso ambientale di ogni pasto. Abbiamo infatti deciso di informare ogni utente della provenienza specifica di ogni ingrediente, così che sia consapevole dell’impegno per un modello sostenibile. Farm – to KIOSKO – to fork, potrebbe essere il nostro slogan!

Va inoltre specificato che le moderne smart vending machine dispongono di elaborati sistemi di monitoraggio dello stoccaggio che permettono di prevedere con buona precisione la quantità di pasti che saranno venduti in un periodo di riferimento più o meno lungo. Questo ci consentirebbe di gestire la logistica nel modo più efficiente, e dunque sostenibile, possibile.

Cosa vedete nel vostro futuro?

Ciò che vediamo non solo nel nostro futuro, ma nel futuro in generale, è un’adozione generalizzata di «macchinette» intelligenti per la vendita di pasti. Siamo sicuri che questo tipo di evoluzione arriverà anche qui, esattamente come è già giunta in Asia e negli Stati Uniti. Qualcuno lo farà, qualcuno porterà smart vending machine posizionate in ogni luogo, e quel qualcuno vogliamo essere noi.