Interviste ai finalisti 2024: ReFoody
App contro lo spreco alimentare per l’acquisto di prodotti in scadenza scontati nei supermercati. Edoardo Mingozzi ci parla del progetto che permette ai supermercati di trarre profitto dai prodotti in scadenza.
Che cos’è ReFoody?
ReFoody è un marketplace che permette ai supermercati di trarre profitto dai prodotti in scadenza scontati che altrimenti andrebbero buttati. Il nome che abbiamo dato alla nostra startup racconta lo spirito dell’impresa. «Re-» suggerisce l’idea della riduzione di spreco, pensiamo al verbo Reduce, ma anche Reuse fa venire in mente la ri-valorizzazione ma c’è anche un tema di responsabilità sociale, Responsability, a cui aggiungiamo «-Foody»: tutto infatti ruota attorno al cibo. A rendere ancora più chiaro il concetto c’è la mascotte che compare nella nostra comunicazione: un’ape che simboleggia i valori su cui si basa in progetto. ReFoody infatti si impegna a promuovere lo sviluppo sostenibile della società attraverso un consumo alimentare volto a mettere in circolo anche le scorte in eccedenza dei supermercati.
Come funziona il marketplace?
I supermercati possono caricare in app sacchetti, di diverse misure e contenuto, con prodotti prossimi alla scadenza a cui viene applicato uno sconto. Gli utenti pertanto possono selezionare la categoria merceologica preferita oppure selezionare un sacchetto misto, fanno la prenotazione e infine la ritirano al supermercato prescelto. Inoltre al supermercato é concessa la possibilità di sponsorizzare la propria app dell’insegna, grazie a dei banner presenti nell’app di ReFoody.
Potremmo parlare di soluzione win-win: tutti i soggetti coinvolti ne traggono beneficio e godono dell’impatto positivo dato dalla diminuzione dello spreco alimentare.
Da chi è composto il team?
Il team di ReFoody è composto da talenti complementari, provenienti da diverse aree accademiche dell’Università di Bologna.
Io, Edoardo Mingozzi, sono il project leader. Sono laureato in Economia e Management e ho già lavorato nell’ambito della consulenza aziendale per accesso bandi pubblici per PMI. ReFoody inoltre vanta due full stack developer, Luca Ferar e Francesco Pazzaglia, entrambi prossimi alla laurea triennale in Ingegneria informatica con esperienze passate nello sviluppo di app, di sistemi gestionali e di gestione di database. Completa il team Andrea Casadei, laureando in Design. Nel suo curriculum ci sono precedenti collaborazioni nel campo dello sviluppo grafico e della gestione del brand.
Come è nata l’idea?
Originariamente ReFoody aveva un’altra veste, le funzionalità erano diverse ma lo scopo era lo stesso: diminuire la quantità di cibo gettato via lungo la filiera alimentare.
Chiacchierando con amici che si occupavano della gestione del Food System in un punto vendita della nostra città, Cesena, siamo rimasti particolarmente colpiti dalle foto dei loro bidoni dell’immondizia all’interno dei quali c’era una montagna spropositata di cibo scaduto e non solo. A quel punto abbiamo cominciato a ragionare su un sistema per diminuire la quantità di cibo buttato che andasse oltre le tecniche commerciali di solito adottate come, ad esempio, le isole di sconto vicino al reparto gastronomia. Doveva però trattarsi di una soluzione che permettesse al supermercato di non svalutare del tutto la propria merce benché in scadenza. Abbiamo cominciato a sviluppare l’idea e, dopo alcune revisioni, è nato il progetto che presentiamo alla business plan competition.
A che punto siete?
Siamo praticamente pronti sulla parte di sviluppo della parte informatica. Anche la piattaforma per i supermercati e l’app in cui i supermercati andranno a caricare i sacchetti sono vicini al completamento. Il prossimo step è quello di effettuare un test nel primo supermercato, probabilmente di insegna Coop, per adattare la tecnologia e le operazioni. Una prova necessaria per convincere i primi acquirenti attraverso i risultati ottenuti dal nostro test pre-lancio ufficiale.
Quali sono i vostri punti di forza e i vostri punti di debolezza?
Di sicuro ReFoody ha un grande potenziale se consideriamo l’impatto che genererebbe la creazione di un nuovo canale di vendita dei prodotti in scadenza. Inoltre, per quanto possa sembrare scontato, le risorse umane sono il nostro asset più importante: la complementarietà tra i vari membri del team ma anche la profonda conoscenza reciproca sono senza dubbio un grande punto di forza. Lo step più difficile è senza dubbio quello che riguarda i supermercati: dobbiamo convincerli della bontà del nostro servizio e, una volta coinvolti, la messa a punto e la gestione iniziale delle operazioni saranno impegnative anche perché dovranno essere adattati in base alla singola insegna distributiva.
Cosa vedete nel vostro futuro?
Ci immaginiamo ReFoody come un punto di riferimento a livello nazionale per la valorizzazione dei prodotti in scadenza provenienti in primo luogo dai distributori e successivamente anche dai produttori.
Grazie alla vittoria del premio «Sostenibilità» dello Startup Day di Bologna, siamo entrati in contatto con Granarolo, sponsor del riconoscimento, che ci ha consigliato di pensare di integrare nello sviluppo dell’app anche i produttori alimentari: noi non lo vediamo ma in questo settore c’è una quantità di spreco ancora superiore a quella esistente nella grande distribuzione.
Il nostro scopo, quindi, è quello di influire notevolmente su tutta la filiera alimentare, dal produttore al consumatore, offrendo una soluzione tangibile all’annosa questione e ampliando sempre di più il raggio d’azione della nostra startup. Non possiamo più tollerare la perdita di un bene così importante come il cibo.