Claudio Chiti

Dall’idea al mercato: come Intesa Sanpaolo supporta l’innovazione in Italia

Intesa Sanpaolo è al fianco delle nuove imprese, puntando sull’innovazione e sull’ecosistema delle startup per dare impulso alla crescita del Paese. Abbiamo intervistato Claudio Chiti, Specialista Innovazione Emilia-Romagna e Marche Intesa Sanpaolo che descrive più in dettaglio l’impegno del gruppo nell’affiancare aziende, università e centri di ricerca per valorizzare le eccellenze e promuovere la transizione digitale.

Perché Intesa Sanpaolo ha deciso di investire sulla business plan competition?

«Intesa Sanpaolo è da sempre impegnata nell’affiancare i nuovi progetti e soprattutto quelli ad alto contenuto di innovazione.  Sosteniamo gli imprenditori nei loro progetti e li accompagniamo nell’interazione con altri soggetti, per moltiplicare le occasioni di trasferimento tecnologico. Il dialogo tra il mondo della ricerca e quello del lavoro è un fattore determinante per la crescita del Paese. Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna siamo orgogliosi di essere parte dell’ecosistema regionale dell’innovazione, che è tra i più attivi e strutturati in Italia».

Da anni vi occupate di innovazione. Quali obiettivi sono stati raggiunti? 

«Sosteniamo con soluzioni finanziarie mirate e assistenza specialistica le imprese che investono in ricerca e sviluppo, grazie alla linea di finanziamento Nova+, volta a finanziare le idee e i progetti degli imprenditori che vogliono innovare per mantenersi competitivi, anche attraverso la valorizzazione della proprietà intellettuale. Le nostre aziende possono inoltre contare sul supporto strategico di Intesa Sanpaolo Innovation Center, società del Gruppo dedicata all’innovazione che esplora scenari e trend futuri, sviluppa progetti multidisciplinari di ricerca applicata, accelera la business transformation delle imprese secondo i criteri dell’Open Innovation e della Circular Economy, favorisce lo sviluppo di ecosistemi innovativi». 

Che tipo di azioni ha in campo Intesa Sanpaolo per favorire il mondo delle startup?

«È fondamentale supportare la crescita delle startup facilitando il loro accesso agli investitori, alle aziende clienti e ai prodotti e servizi bancari. Finalità che il Gruppo persegue con successo anche attraverso il programma di valorizzazione Up2Stars, giunto alla seconda edizione e che ha accelerato ben 80 startup, 12 delle quali, quelle che si sono distinte per potenziale innovativo, anche in un ulteriore percorso internazionale nella Silicon Valley, in USA, dove hanno incontrato potenziali investitori e hanno partecipato a sessioni formative e networking.

Sempre più strategico si sta confermando il finanziamento a medio-lungo termine Convertibile Imprese, rivolto alle startup innovative e che prevede la possibilità per la banca di convertire il finanziamento in una partecipazione societaria. Non è un caso, in definitiva, che ad oggi circa il 32% delle startup e oltre il 50% delle PMI innovative italiane abbiano colto le opportunità, finanziarie e non, che siamo in grado di offrire». 

Cosa ci potete dire sul contesto emiliano-romagnolo?

«Le nostre PMI sono consapevoli che l’interazione tra conoscenza, ricerca e innovazione permette di aprirsi alle nuove tecnologie e affrontare le sfide della digital transformation. Per costruire scenari di rilancio economico imperniato sulla competitività e su occupazione nuova e qualificata occorre attivare circoli virtuosi fra PMI, Università e grandi imprese. Consapevole di questa dinamica Intesa Sanpaolo partecipa come socio fondatore delle Fondazioni di riferimento in quattro Centri Nazionali di Ricerca che si occupano di agritech, pharma, quantum computing e mobilità sostenibile. Grazie alla collaborazione con Università e Centri di competenza territoriali come il bolognese Bi-Rex siamo in grado di affiancare gli imprenditori nel dialogo con le più avanzate strutture di ricerca attive in Italia».

Venendo ai progetti, come giudicate quelli dell’edizione 2024?

«In Emilia-Romagna c’è una maturità importante. I progetti sono molto interessanti e in grado di supportare la transizione digitale e tecnologica in numerosi settori, confidiamo che arrivino a farsi notare anche in ambito nazionale».

 

Che tipo di consiglio dareste a degli aspiranti startupper?

«Di portare entusiasmo e tecnologia alle nostre imprese, senza essere gelosi delle loro idee, poiché sono loro i campioni del futuro. Dobbiamo essere orgogliosi delle nostre competenze. In Italia abbiamo centri di competenza e atenei riconosciuti in tutto il mondo: se le startup passano da questo percorso vinciamo tutti e facilitiamo il passaggio dalla ricerca all’impresa».