PNI 2024 | Il racconto della finale
Daidalos è stata una delle 16 startup che hanno partecipato alla finalissima del PNI – Premio Nazionale Innovazione, evento che si è tenuto a Roma il 6 dicembre, affermandosi tra i migliori quattro progetti nella categoria ICT dopo avere superato la finale del giorno precedente. Daidalos si è aggiudicata inoltre una serie di riconoscimenti che confermano il valore del progetto. La startup ha ottenuto quindi il Premio Speciale Fund to Innovate Limited e il Premio Venture CDP che consente un accesso più consapevole e accelerato al mercato dei capitali. Al progetto è andato anche il riconoscimento promosso da Jacobacci & Partners oltre al Premio Speciale SearchOn AI for future in quanto migliore startup finalista che ha applicato l’AI per la qualità della vita.
Anche 2G Carbons si è fatta valere al PNI: ha ottenuto il premio Young Entrepreneur Program-YEP e la menzione speciale Encubator, la stessa ottenuta da Magnetic Future. Il premio YEP è andato anche a TukEasy.
Il PNI, chiamato anche la «Coppa dei Campioni» tra startup, è la più grande business plan competition d’Italia promossa dalla Rete PNICube e organizzata quest’anno con l’Università di Tor Vergata nell’ambito dell’ecosistema regionale dell’innovazione Rome Technopole. 77 progetti d’impresa vincitori delle 17 Start Cup regionali si sono sfidati a colpi di pitch di tre minuti: di questi solo 16, divisi in quattro categorie, sono arrivati alla finalissima (Daidalos era tra questi).
Sono state 2G Carbons, Magnetic Future, Bioprint3rs, TukEasy, Daidalos e PACPCM le sei startup partite alla volta della capitale per il PNI 2024. I progetti sono stati selezionati il 24 ottobre scorso durante la finale della Start Cup Emilia-Romagna integrata con ECOSISTER, il progetto finanziato dal PNRR per guidare la transizione ecologica e sostenibile dell’Emilia-Romagna.
2G Carbons e Magnetic Future, i progetti classificatosi sui gradini più alti del podio alla Start Cup regionale, hanno portato a casa, in quanto ritenute tra le migliori idee di impresa in ambito sostenibilità e Climate Tech, la possibilità di accedere direttamente alla fase semifinale dell’edizione 2023-24 di Encubator, il programma di accelerazione promosso da Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi, PoliHub e Politecnico di Milano.
2G Carbons e TukEasy inoltre hanno conquistato il premio Young Entrepreneur Program-YEP, una borsa di studio finalizzata a favorire lo sviluppo di competenze imprenditoriali in giovani ricercatori e studenti italiani e francesi aspiranti imprenditori in cui è previsto un soggiorno immersivo di una settimana in due dei Pépite della rete Pépite France (Pôles Étudiants pour l’Innovation, le Transfert et l’Entrepreneuriat) con un programma di incontri personalizzati. Il premio Premio Speciale SearchOn AI for future invece consiste in uno spazio espositivo all’AI Festival, powered by Search On e WMF We Make Future, in programma dal 26 al 27 febbraio a Milano: ecco l’impegno che Daidalos mette in agenda per il 2025.
Il PNI è una vetrina straordinaria per idee deep tech provenienti dal mondo della ricerca, suddivise in Cleantech & Energy, ICT, Industrial e Life Sciences-MEDTech, i settori considerati altamente strategici in un’ottica di sviluppo e di miglioramento della qualità della vita. Al di là del risultato finale, i team hanno avuto la possibilità di incontrare potenziali investitori, partner e istituzioni per una due giorni di incontri e di sfide.
La finalissima è stata anche una mattinata densa di contenuti. Marina Silverii, direttrice operativa di ART-ER, ha preso parte al panel Rafforzare gli ecosistemi dell’innovazione in Italia: dalla ricerca all’impresa presentando alcuni dati relativi all’Emilia-Romagna. Silverii ha sottolineato quanto la nostra regione abbia un ecosistema dell’innovazione forte e interconnesso, in continua crescita e riconosciuto a livello internazionale, snocciolando i numeri che parlano da soli. Parliamo di una regione con 7 università con una popolazione studentesca complessiva di 160.000 studenti. Sono presenti 65 infrastrutture di ricerca, tra cui centri di eccellenza e laboratori avanzati, e 400mila imprese su una popolazione di 4,5 milioni di persone. Quest’ultimo dato evidenzia la vivacità imprenditoriale del territorio. Andando più nello specifico, possiamo contare su oltre 80 laboratori di ricerca industriale e 15 centri di innovazione, istituzioni che supportano imprese di ogni dimensione nello sviluppo di soluzioni tecnologiche. Infine, non si possono non citare i 20 tecnopoli, veri e propri hub per l’innovazione, che favoriscono la collaborazione tra pubblico e privato.
La direttrice operativa di ART-ER ha inoltre illustrato il caso del Tecnopolo Manifattura, che chiama il «nostro progetto portabandiera», il punto di riferimento di quella che si sta affermando sempre di più come una Data Valley: questa infrastruttura, che oggi ospita il supercomputer Leonardo, uno tra i più potenti al mondo, è una risorsa fondamentale per settori come l’intelligenza artificiale, la climatologia e le applicazioni industriali.
«La forza dell’ecosistema emiliano-romagnolo» ha detto Silverii «è supportato da un modello di collaborazione che unisce università, centri di ricerca, imprese e istituzioni. In questo approccio sistemico, e grazie alla nostra disponibilità di infrastrutture, stiamo attualmente orientando i nostri sforzi nel Deep Tech, un settore che consideriamo cruciale per il futuro».
«Scommettere sul Deep Tech significa per noi investire in settori strategici che non solo rafforzano la competitività economica ma che creano anche un impatto positivo a livello sociale e ambientale» ha aggiunto la direttrice operativa di ART-ER «investire in aziende Deep Tech e sostenere le nostre startup a diventare scale-up, acquisendo così un ruolo chiave nei mercati internazionali, sono priorità cruciali per la nostra regione. Stiamo costruendo un ecosistema capace di trasformare le idee in tecnologie disruptive e in grado di rispondere alle grandi sfide del nostro tempo».
Tuttavia tutto questo non può essere considerato un punto d’arrivo. «Siamo consapevoli che la strada da fare resta ancora lunga» ha ammesso allargando lo sguardo alle sfide che non riguardano solo l’ecosistema emiliano-romagnolo ma quello italiano. «Le principali sfide da affrontare sono due. Innanzitutto bisogna creare le condizioni per formare e per trattenere le competenze, anche a livello internazionale» ha precisato la direttrice «le leggi regionali dell’Emilia-Romagna sull’attrattività dei talenti e sull’attrattività delle imprese rappresentano lo sforzo istituzionale attraverso cui si forniscono strumenti personalizzati per supportare chi è interessato a venire a lavorare o a fare ricerca in regione».
«Supportare la crescita delle startup facilitando l’accesso ai capitali e alle reti globali per consentire loro di scalare e di competere a livello internazionale, anche attraverso la costituzione di fondi regionali ad hoc, è l’altro fronte su cui ci dobbiamo impegnare» ha affermato Silverii. «In Emilia-Romagna stiamo lavorando per affrontare queste sfide perché crediamo che l’innovazione non sia solo un fattore di crescita economica ma anche una necessità per garantire un futuro sostenibile e inclusivo» ha dichiarato avviandosi alla conclusione «invito pertanto tutti noi a continuare, come in una rete delle reti, a condividere esperienze e best practices con l’obiettivo di rafforzare gli ecosistemi dell’innovazione italiani e fare dell’Italia un leader globale nell’innovazione». Esperienze come il PNI dimostrano che, benché la strada sia lunga la via, è già abbondantemente tracciata.
Alla finalissima è stato annunciata anche l’Università che ospiterà il PNI il prossimo anno: per il 2025 si torna in Emilia-Romagna, a Ferrara per la precisione.