Cubbit e Mach3D: la Start Cup raccontata dai protagonisti

Quali sono i primi passi di una startup? In occasione di R2B – Research to Business 2018 di fronte a una ricca platea di aspiranti startupper, due partecipanti alle edizioni 2016 e 2017 della StartCup, hanno provato a fornire qualche risposta raccontando la loro esperienza.

Introdotti da Sara Monesi, High Competencies and Startup Unit Manager di ASTER e moderati dal giornalista Giampaolo Colletti, si sono confrontati in una sorta di “intervista doppia” gli imprenditori Alessandro Cillario e Matteo Vettori. Cillario è founder di Cubbit, startup finalista dell’edizione 2016 che opera nel mondo storage e freecloud, il primo data-center a funzionare senza server proprietari chiamato l’Uber del cloud, mentre Vettori è sta costituendo in questi giorni Mach3D, startup del segmento dell’addictive manifacturing che si occupa di valutazione della risposta meccanica dei prodotti non i laboratori esterni ma dentro le aziende.

Come è stato il percorso della StartCup? A cosa è servito?

Cillario: è stato lungo e faticoso, per noi utile soprattutto per il contatto con dpixel, advisor esclusivo di Barcamper Ventures che gestisce il fondo PrimoMiglio: sono diventati un nostro investitore.

Vettori: eravamo tre poveri ingegneri lontani dal mondo del business. Dovevamo capire come portare la nostra idea sul mercato.

Come si può migliorare questo percorso formativo?

Cillario: per noi che avevamo un progetto complicato da spiegare, sono stati utilissimi i due giorni in cui abbiamo messo a punto il pitch di presentazione. Secondo me sarebbe da incentivare la possibilità di incontro e di confronto con i coach.

Vettori: bello il percorso che ci ha permesso di capire come portare l’idea sul mercato e soprattutto come monetizzare. Il percorso potrebbe migliorare favorendo l’incontro con altri startupper, anche con quelli che hanno partecipato nelle precedenti edizioni della StartCup.

Quali sono state le vostre impressioni a seguito del Demolition Day?

Vettori: un esercizio di critica utile all’idea che deve portare a un’autocritica. Bisogna sforzarsi di raccontare il progetto in modo che possa capirlo anche qualcuno che non è dentro quel settore.

Cillario: una bastonata alle gambe che però serve. Una riflessione che deve servire come input.

Come avete usato il premio?

Cillario: quale premio? Scherzi a parte, noi non abbiamo vinto la StartCup ma essendoci classificati tra i primi cinque abbiamo avuto modo di partecipare al PNI – Premio Nazionale dell’Innovazione e abbiamo vinto. Non ci siamo aggiudicati i 10mila euro della StartCup ma alla fine ci è andata più che bene: ne abbiamo vinti 25mila al PNI. Senza quel premio e senza l’occasione di inserirci in un network come questo, non saremmo qui.

Vettori: al momento i nostri premi sono nel forziere. Sarà investito nella messa a punto di una pre-serie del prodotto.

A che punto è la vostra tecnologia?

Vettori: è finita la fase di validazione del prodotto che funziona. Ora siamo in fase di beta-testing per le aziende.

Cillario: lo sviluppo è piuttosto complicato. Ora circa 200 persone usano i nostri dispositivi. È stato un viaggio lungo ma ora si vedono i risultati: alla fine di quest’anno arriveremo sul mercato.

Dove ha sede la vostra startup? 

Cillario: Cubbit ha sede a Bologna ma siamo ospitati nella sede di Tel Aviv dell’acceleratore Techstars. Per certi progetti sviluppati in Italia è fondamentale aprirsi all’estero.

Vettori: siamo a Parma e ci siamo concentrati sull’Emilia-Romagna. Se la sperimentazione andrà bene, guarderemo all’Europa e sicuramente agli USA.

Il mondo della ricerca visto con l’occhio degli startupper: secondo voi il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?

Cillario: ci sono pro e contro. Certo, avere il brand dell’Università serve, come servono i laboratori e le competenze che vi si possono trovare all’interno che altrimenti non si riuscirebbe a intercettare. D’altro canto, c’è una burocrazia tale che fa sì che si vedano solo le regole e non le competenze.

Vettori: uno dei problemi è la mancanza di intelligenza imprenditoriale. Bisogna capire quando è il momento di uscire con un prodotto pronto a cimentarsi con il mercato. Secondo me, è meglio farsi male subito ma con meno danni piuttosto che aspettare, rischiando di far fatica a tornare indietro.

Che figure professionali servono per essere competitivi all’estero?
Cillario: bisogna “rapire” le persone in gamba, quelle che hanno un talento sia tech che business.

Vettori: servono dedizione e voglia di sudare.

La StartCup in una parola cos’è?
Cillario: l’unico percorso che ti permette di approfondire i temi del tuo business.

Vettori: un viaggio alla scoperta del prodotto che serve a creare attorno all’idea un’azienda.

Un consiglio per i futuri StartCupper?
Cillario: mettersi in discussione sempre, prendere sempre le critiche in chiave positiva. Imparare bene a sfruttare il network. Inoltre occorre grande umiltà per non rischiare di diventare autoreferenziali.

Vettori: come si dice in questi casi, comunque vada sarà un successo. Andate e sbagliate. Riflettete pure sulle vostre ferite ma l’importante è rialzarsi subito e tornare più forti di prima.

Qualche spunto tecnico invece?

Vettori: la StartCup offre una bellissima cassetta degli attrezzi. Da usare fino in fondo.

Cillario: nessuno nasce imprenditore, si apprende sul campo. Bisogna avere una grande disponibilità a imparare.