Focus finalisti/Tomapaint

Una bio-vernice innovativa ma antica per gli imballaggi metallici per alimenti ricavata dai sottoprodotti industriali della lavorazione del pomodoro

La storia di Tomapaint comincia in un vecchio documento seppellito tra le scartoffie di un centro di ricerca. Durante il periodo fascista alla Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari (SSICA) si era cominciato a studiare il modo di produrre la vernice con le bucce di pomodoro anziché con il petrolio, che all’epoca non si poteva importare a causa dell’autarchia. Founder della startup che estrae e produce la bioresina dallo strato protettivo dell’ortaggio chiamato cutina sono Angela Montanari, responsabile del Reparto imballaggi della SSICA, Stefano Chiesa, tecnico di impianti energetici e imprenditore agricolo e Marco Bertolini, laurea in economia e esperto di progettazione europea.
Partecipiamo alla Start Cup per passare alla fase industriale vera e propria” dice Marco “abbiamo brevettato questo processo che abbiamo testato su impianto pilota di nostra proprietà a Canneto sull’Oglio, in provincia di Mantova”. “Non tutti sanno che i barattoli dei pomodori o dei piselli che compriamo al supermercato sono protetti internamente e esternamente da un vernice che attualmente è sintetica che comporta potenziali problemi di contaminazione” illustra lo startupper “noi siamo in grado di fornire un prodotto senza bisfenolo A, componente già drasticamente ridotta dalla Comunità Europea nell’uso alimentare”.
L’innovazione di Tomapaint, inoltre, mette a punto un sistema di economia circolare particolarmente virtuoso. “L’azienda di Stefano usava già gli scarti del pomodoro per ricavare biogas” spiega Marco “grazie a una ricerca condotta nell’ambito di un progetto europeo abbiamo scoperto che l’estrazione della bioresina da destinare alla vernice dei barattoli non è in conflitto con la produzione di biogas, anzi: le bucce esauste rendono ancora di più ai fini energetici”.

I clienti di Tomapaint sono i produttori di vernici ma gli scenari da esplorare andrebbero oltre al settore degli imballaggi metallici dei barattoli dato che, evidenziano i tre founder, il mercato delle resine a livello mondiale vale due miliardi di euro. “Grazie alla Start Cup abbiamo fatto un’analisi di mercato più approfondita e una customer discovery che ci ha portato a coinvolgere gli stakeholder ovvero le industrie che fanno conserve, ad esempio” racconta Marco “anche se non sono direttamente nostri clienti potrebbero avere voce in capitolo nel momento in cui i consumatori da un prodotto biologico si aspettano determinati requisiti di sicurezza e sostenibilità. E la vernice con cui è rivestito il barattolo potrebbe essere uno di questi”.