L’emozione del bootcamp
Il primo giorno del Bootcamp è sempre emozionante. Vibra nell’aria l’energia delle idee selezionate per la Fase 1 della StartCup Emilia-Romagna: i progetti provenienti dal mondo della ricerca, divisi in due giornate, muovono i primi passi verso l’impresa.
Questo è il momento in cui i «diamanti grezzi» cominciano a brillare stimolati dai formatori del team Officine Innovazione di Deloitte, partner di questa edizione della business plan competition regionale.
La giornata è cominciata con l’introduzione ai servizi offerti da ART-ER da parte di Sara Monesi, la manager dell’Unità Startup.
La panoramica su iniziative come il portale EmiliaRomagnaStartUp, l’incubazione alle Serre dei Giardini Margherita, iniziative come Matcher o il Mentor Board e le attività per l’internazionalizzazione delle imprese con progetti anche in Silicon Valley, solo per citarne alcune, è utile per far conoscere tutte le potenzialità dell’ecosistema emiliano-romagnolo e le ramificazioni del network che supera gli stretti confini regionali. È importante che chi sogna di far incontrare il proprio progetto con il mercato costituendosi in impresa sappia che la Start Cup è solo un tassello di un mosaico di attività a supporto delle startup.
Silvia Falciasecca, coordinatrice della competizione, ha illustrato i prossimi passi del percorso. Innanzitutto venerdì 17 giugno i progetti selezionati saranno protagonisti della pitching session in cui avranno modo di mettere a frutto i consigli ricevuti durante le giornate di formazione. Di fronte a loro ci sarà un pubblico esperto composto non solo dai docenti e dal team della Start Cup ma anche da rappresentanti delle associazioni degli industriali partner della competizione.
Saranno 12 i progetti che approderanno alla Fase 2 dove si lavorerà luglio e settembre in modo massiccio sul business plan, sul pitch, sugli aspetti legati alla gestione di una startup e sulla comunicazione con appuntamenti on line e in presenza. Tutto questo per prepararsi alla finale regionale che si terrà il 20 ottobre. La fase 3 invece sarà rivolta a quattro progetti, quelli che parteciperanno al PNI il premio Nazionale per l’Innovazione.
Tornando ai progetti selezionati, le 19 candidature coinvolgono 51 proponenti di cui 11 donne. Di queste 5 sono indicate come referente operativo del team. Se vogliamo distinguerli per settori, 6 progetti riguardano le Life Sciences, 5 si possono classificare come Industrial e altrettanti come ICT. 3 è invece il numero delle aspiranti startup nel settore Clean Tech & Energy. Da regolamento per partecipare alla Start Cup occorre dimostrare la relazione tra l’idea di business e un’università o centro di ricerca: 13 candidature si sono presentati con l’attestazione di referenza di uno strutturato mentre le rimanenti hanno utilizzato la formula dell’autodichiarazione di appartenenza ad un corso di studi presso un ateneo regionale. L’Università di Parma vanta al momento il maggior numero di candidature con 7 progetti seguita dall’Università di Bologna con 6. Modena e Reggio Emilia, Ferrara e Università Cattolica del Sacro Cuore (sede di Piacenza) competono con due candidature ciascuna.
In questo quadro, si segnala la presenza di due brevetti e dieci prototipi a fronte di un progetto dichiarato pronto per partire, due sul mercato e sei idee su cui lavorare.
Certo è che nella Fase 1 della Start Cup si parte tutti dallo stesso punto.
La settimana formativa serve infatti a validare la value proposition, a individuare il mercato di riferimento, a definire il business model: la startup deve essere sostenibile dal punto di vista economico altrimenti non si parla di impresa ma di altro. Alla fine della settimana si potranno vedere certi «diamanti» diventare sempre meno grezzi, consapevoli per la prima volta del loro valore.
Questo è il momento in cui è bene essere pieni di dubbi. Il consiglio è sempre questo: non innamoratevi della vostra idea ma ascoltate le voci attorno: sono quelle che contribuiranno alla nascita della vostra startup.
In bocca al lupo a tutti!