Interviste ai finalisti | Packo

Sistema di packaging per gli e-commerce sostenibile e circolare. Giacomo Cacciamani ci illustra il progetto.

Di cosa vi occupate?

Packo è una soluzione di packaging riutilizzabile a disposizione degli e-commerce per spedire pacchi in modo semplice e sostenibile. Abbiamo scelto il termine «packo» per il nome del progetto perché assomiglia alla parola «pacco» ma richiama l’idea di «packaging» e quindi può facilmente diventare un brand entrando nel gergo della conversazione. Il meccanismo è semplice: il «packo» una volta arrivato al destinatario, sarebbe a dire l’acquirente, ritorna al mittente, cioè il negozio online.

Come funziona in pratica?

Innanzitutto il materiale utilizzato per il nostro packaging è 100% riciclato, con ottime caratteristiche di durabilità, resistenza e impermeabilità. L’imballaggio, una volta arrivato al destinatario, può essere piegato su sé stesso fino a raggiungere le dimensioni di una piccola busta delle lettere. Per questo motivo, una singola busta di Packo è riutilizzabile per oltre 20 cicli di spedizione. Packo si serve delle Poste Internazionali per garantire la logistica e il rientro della busta presso i propri magazzini. Il consumatore finale infatti, dovrà inserire il Packo in uno dei «return point» più vicino a lui, punti già mappati sul nostro sito web, e grazie al ritorno preaffrancato gli sarà possibile restituire il packaging gratuitamente.

Una volta che i Packo sono restituiti cosa accade?

Tutti i Packo restituiti nei «return point» giungeranno in un unico punto di raccolta, a Reggio Emilia, città in cui abbiamo la nostra sede operativa. A questo punto ci facciamo carico di pulire e ripristinare tutti i Packo per poterli immettere di nuovo nel ciclo di spedizione, restituendoli agli e-commerce. Per incentivare la restituzione e instaurare il «circolo virtuoso» prevediamo l’erogazione di voucher e buoni sconto per acquistare dall’e-commerce di fiducia. Con questa feature riusciamo a lavorare anche sulla fidelizzazione del cliente.

Da chi è composto il team?

Siamo in due, proveniamo entrambi dall’Università di Modena e Reggio Emilia e amiamo definirci startupper e creativi seriali. Nel corso dei nostri anni abbiamo avuto modo di seguire diversi progetti insieme e questo ci ha permesso di creare la giusta sinergia ed equilibrarci a livello di aree di intervento. Io, Giacomo Cacciamani, mi occupo della parte marketing e sviluppo prodotto, mentre Giuseppe Saponaro della parte operations e sales. Tuttavia, siamo alla ricerca di un IT Developer per poter completare il nostro team con tutte le figure professionali necessarie allo sviluppo del progetto.

Come è nata l’idea?

Packo nasce da un’esperienza di studio di Giuseppe in Norvegia. Da anni lì c’è l’abitudine consolidata da anni di pagare una maggiorazione per il vuoto a rendere del contenitore della bevanda che si sta acquistando, sia esso di plastica o di latta. Quando poi si torna al supermercato, portando il vuoto, si riceve indietro il denaro speso. Noi abbiamo preso questo processo virtuoso e circolare e abbiamo pensato di applicarlo al packaging degli e-commerce che, allo stato attuale, ha una vita media di utilizzo davvero molto bassa, praticamente solo il tragitto che va dal magazzino a casa nostra.

A che punto siete?

Stiamo lavorando per lanciare una prima sperimentazione in una città italiana. Abbiamo individuato Bologna come potenziale target geografico vista la densità della popolazione e la circoscrizione geografica ben strutturata. Questo ci permetterebbe di sperimentare la restituzione della nostra unità di packaging al meglio.

Quali sono i vostri punti di forza in termini di innovazione e transizione ecologica? E quali i punti di debolezza?

Noi utilizziamo un packaging realizzato da un polimero plastico e questa è la nostra criticità ma al contempo è anche il nostro punto di forza. Questo in un primo momento potrebbe sembrare dissonante con la nostra vision ma abbiamo dimostrato come il giusto trade-off in termini di durabilità del materiale è vincente. Mi spiego meglio: la plastica ad oggi è il materiale nobile che permette le più alte performance rispetto ad altri materiali. Il riutilizzo del nostro packaging riduce la CO2 fino ad un 70% rispetto all’utilizzo del packaging monouso cartonato tradizionale.

Cosa vedete nel vostro futuro?

Il nostro obiettivo, ma anche una grande sfida, è quello di comunicare e incentivare le persone alla pratica del riutilizzo. In un quadro anche legislativo, l’UE si sta muovendo a promuovere questa pratica e crediamo, anzi siamo convinti, che dovrà essere diffusa il più possibile nei prossimi anni.
Packo ha come mission di lungo termine di instaurare un’economia circolare nel mondo delle spedizioni derivanti da commercio elettronico, sostituendo la logica «take it, make it, waste it» con quella del «take it, make it, reuse it». Insomma, il riuso come imperativo. Noi con Packo vogliamo essere protagonisti di questo cambiamento.

Leggi tutte le interviste ai finalisti dell’edizione 2023 a questo link.