Interviste ai finalisti | SMARTRAIN

Soluzioni per l’addestramento del personale medico con tecnologie all’avanguardia. Saverio Farsoni ci illustra il progetto.

Di che cosa vi occupate?

Smartrain propone prodotti ad alto contenuto innovativo per l’addestramento del personale medico utilizzando tecnologie all’avanguardia come la robotica, l’intelligenza artificiale e i sistemi per la realtà virtuale e aumentata. Il nome che abbiamo scelto per il nostro progetto indica, grazie all’acronimo, il nostro obiettivo di «addestramento intelligente». Simulazione Medica, Augmented Reality, Training, Robotics, Artificial Intelligence: in una parola Smartrain.

Nello specifico di che cosa si tratta?

Il prodotto principale che stiamo sviluppando è uno «human patient simulator», sarebbe a dire un manichino che gioca il ruolo del paziente durante una sessione di addestramento del personale medico nel campo della medicina d’urgenza e del pronto soccorso.
Il nostro «human patient simulator» avrà alcune caratteristiche innovative che consistono nell’integrazione di visori per la realtà aumentata. In parole povere, sul manichino stesso e sull’ambiente circostante vengono proiettati contenuti virtuali così da rendere lo scenario altamente immersivo. E questo ci rende unici rispetto a quello che offre attualmente il mercato. Inoltre, grazie ad algoritmi AI, un software di supervisione della sessione farà da supporto alle valutazioni dell’istruttore.
Questo non sarà il nostro unico prodotto: abbiamo infatti sviluppato un software che permette la gestione di una sessione di addestramento apprendista-istruttore completamente virtuale ed eseguibile anche a distanza.

Da chi è composto il team?

Siamo un gruppo formato da studenti, dottorandi, assegnisti, ricercatori e un professore, tutti afferenti al Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Ferrara. Il nostro background è eterogeneo e multidisciplinare. Jacopo Rizzi ed io, Saverio Farsoni, siamo Ingegneri dell’Automazione, Marcello Bonfè è Professore associato in Bioingegneria, Damiano Chiarabelli e Giulia Cristofori sono invece Ingegneri Meccanici mentre Alice Bizzarri e Alessandro Bertagnon sono Ingegneri informatici. Infine Andrea D’Antona è studente in Ingegneria Elettronica e Irene Landi è la responsabile della Comunicazione del Dipartimento di Ingegneria.

Come è nata l’idea?

Dal desiderio di valorizzare le tecnologie che utilizziamo quotidianamente nei nostri laboratori unendole insieme come i pezzi di un complesso puzzle, per creare qualcosa di innovativo, socialmente utile e commercializzabile. L’idea nasce da precedenti collaborazioni tra i vari team per tesi di laurea e attività di ricerca che ci hanno permesso di conoscerci, di stringere e di rafforzare la nostra amicizia e la capacità di lavorare in squadra.
La scintilla iniziale è partita dai nostri partner del settore medico dell’Ospedale Sant’Anna di Ferrara e della Croce Rossa di Bologna, con i quali abbiamo più volte collaborato. Un giorno in particolare ci chiamò il responsabile del laboratorio di simulazione della Croce Rossa. Era arrabbiatissimo: si lamentava del fatto che un loro manichino per la simulazione aveva una parte di pelle danneggiata da sostituire e che avrebbe dovuto spendere tantissimo per un «semplice» pezzo di plastica e aspettare troppo tempo perché l’azienda in questione aveva poco personale in Italia. A questo punto ci siamo detti: bene, creiamo SMARTRAIN!

A che punto siete?

Il software per la simulazione è pronto. Abbiamo accordi di massima con un’azienda che si occuperà della distribuzione e abbiamo già avuto la prima richiesta da parte di un cliente. Il nostro «human-patient-simulator» è invece a uno stato di sviluppo meno avanzato: abbiamo prototipato alcuni componenti hardware, come testa, occhi, sistema respiratorio, arti, e software, cioè l’interfaccia grafica e il monitor dei parametri vitali. Siamo ora in cerca di finanziamenti per completarne lo sviluppo e ottenere le necessarie certificazioni.

Quali sono i vostri punti di forza e i vostri punti di debolezza?

Abbiamo tante idee, tanta creatività, entusiasmo e competenze multidisciplinari. Questi li riteniamo i nostri punti di forza più importanti che ci permetteranno di realizzare prodotti dalle caratteristiche innovative rispetto ai concorrenti. Per contro, quello della simulazione medica è un mercato non solo difficile ma anche di nicchia. Prevediamo anche sfide difficili da affrontare per le quali ci sentiamo francamente più deboli.

Cosa vedete nel vostro futuro?

Nel futuro prevediamo di non fermarci al manichino e al software per la simulazione ma offriremo diversi altri prodotti di cui stiamo già portando avanti lo sviluppo per le nostre attività di ricerca. Tra questi c’è un simulatore polmonare e un simulatore di flusso sanguigno. L’obiettivo più ambizioso è quello di attaccare un nuovo segmento di mercato, quello dei dispositivi medici, che secondo noi ci darebbe la possibilità di fare grandi numeri. Per esempio, solo guardando al nostro paese, è evidente la necessità di nuovo personale medico. Il nostro sogno sarebbe creare una realtà importante a Ferrara che rispetto al resto della regione ha un tessuto industriale più debole e limitato. Siamo tutti ferraresi o delle zone limitrofe e in qualche modo ci siamo tutti affezionati alla città, e pensiamo che uno degli scopi principali del nostro lavoro sia quello di migliorare la qualità della vita delle persone creando anche opportunità sul territorio.

Leggi tutte le interviste ai finalisti dell’edizione 2023 a questo link.