Interviste ai finalisti | HIGHVERTER

Servizio di energy storage che unisce l’accessibilità delle second sife batteries all’affidabilità e sicurezza di una tecnologia innovativa. Ci parla del progetto Danilo Santoro.

Di che cosa vi occupate?

Abbiamo sviluppato una tecnologia che fa fronte alla crescente necessità di immagazzinamento di energia, fondamentale per un futuro più sostenibile. Il nostro sistema proprietario è il cuore dell’innovazione: una soluzione che offre una versatilità eccezionale e una gestione intelligente dell’energia. Sono due gli aspetti che ci rendono davvero unici: l’uso di batterie second-life e le formule di noleggio.

 Come funziona HIGHVERTER?

Invece di dover smaltire le batterie non più funzionali nell’ambito di mobilità elettrica, HIGHVERTER le riutilizza in un ciclo virtuoso, riducendo i rifiuti e sfruttando al massimo la loro vita utile. Inoltre HIGHVERTER offre un servizio di noleggio di energy storage, evitando quindi di acquistare un sistema con investimenti iniziali importanti. Con una visione ecosostenibile ed un approccio intelligente all’energia, HIGHVERTER aprirà nuove prospettive per un futuro più sostenibile. Lo spiega anche il nome che abbiamo scelto che nasce dalla peculiarità del convertitore di lavorare ad alta frequenza, alta corrente e alta affidabilità, «high» appunto, e dalla tecnologia alla base del nostro sistema proprietario, sarebbe a dire il «converter». Il convertitore elettronico è un dispositivo in grado di trasferire e convertire energia elettrica. La presenza di un convertitore è fondamentale affinché sistemi elettrici possano essere collegati fra loro o ad una qualsiasi rete elettrica. Nel nostro caso, il convertitore è il dispositivo chiave nella connessione fra batterie second life, impianti fotovoltaici e la rete elettrica di un’abitazione o di un’industria.

 Da chi è composto il team?

Il team di HIGHVERTER è molto eterogeneo e affiatato. Conta cinque ingegneri dai background diversi che consentono al gruppo di ricoprire ruoli molto diversi tra loro. Simone Daniele, ingegnere elettronico con PhD, si occupa di ricerca e sviluppo da oltre sei anni con un’esperienza tecnica nel settore dell’elettronica di potenza e nel mondo dell’automotive. È inoltre impegnato nella gestione di un laboratorio di ricerca e del suo team. Igor Zanasi, ingegnere gestionale, si è occupato di gestione di progetti e di marketing per piccole, medie e grandi imprese e attualmente ha un ruolo di responsabile commerciale per un’azienda nata come una start-up. Alessio Di Giuseppe, ingegnere elettrico, si occupa di ricerca e sviluppo da oltre sette anni per medie e grandi imprese con competenze dedicate alla modellazione multi-fisica e sviluppo di prodotti. Riccardo Brunori, ingegnere elettronico, è un esperto di sistemi di controllo di convertitori di tensione con competenze legate alla programmazione di FPGA. E poi ci sono io, Danilo Santoro, ingegnere elettronico con PhD, ricercatore post dottorato all’Università di Parma. Mi occupo di progetti di ricerca legati alla transizione energetica, di convertitori di tensione innovativi e di gestione di fonti rinnovabili.

 Come è nata l’idea?

Durante il suo PhD all’interno dell’Università di Parma, Simone si è trovato davanti a una bellissima notizia inaspettata: l’attesa di due gemelli. Chiede quindi l’aiuto di Danilo, ricercatore presso l’Università di Parma, per riuscire a finalizzare il progetto di dottorato che riguardava la progettazione e la costruzione di un convertitore di potenza innovativo. Il dispositivo era stato inizialmente pensato e progettato per poter essere utilizzato in campo automotive. Tuttavia, una volta terminato il dottorato, in occasione di una serata di svago, Simone, insieme a Danilo, Riccardo, Igor e Alessio, hanno intravisto un’importante opportunità di business. La forte sensibilità alle tematiche ambientali e la voglia di trovare soluzioni alternative per rendere più accessibili sistemi di accumulo, ha portato il team a riadattare i concetti alla base della tecnologia sviluppata per applicarli in un’applicazione totalmente diversa: i sistemi di accumulo energetico. È nato quindi HIGHVERTER, un convertitore progettato per sistemi di accumulo altamente efficienti, sicuri, sostenibili, modulari e, cosa non da poco, accessibili.

 A che punto siete?

Al momento abbiamo un prototipo del convertitore al cuore della nuova tecnologia di gestione delle batterie per sistemi di accumulo. Il concetto sperimentale della tecnologia è stato quindi validato in laboratorio con strumentazione elettronica e la squadra si trova davanti i lavori di validazione del sistema nel suo complesso e delle prove pilota in ambienti industriali e residenziali. Gli sviluppi del prossimo futuro saranno i test con batterie second life e l’integrazione dell’elettronica di controllo. Successivamente, si integreranno sistemi di monitoraggio al fine di poter testare il sistema in ambienti rilevanti.

 Innovazione e transizione ecologica: quali sono i vostri punti di forza?

La nostra innovazione si basa su sei pilastri fondamentali: la sostenibilità, l’accessibilità, l’innovazione, l’ottimizzazione dei consumi energetici, l’affidabilità e la sicurezza. La soluzione di HIGHVERTER si basa sulla fornitura di un servizio, più che vendita di un prodotto, che utilizzi batterie second life. Quando parliamo di second life, alludiamo a quelle batterie che hanno finito il loro primo ciclo di vita all’interno di applicazioni di mobilità elettrica ma che hanno tutte le caratteristiche necessarie per essere implementate in sistemi di accumulo energetico. In questo modo si riduce l’impatto ambientale grazie al recupero di batterie altrimenti dismesse, allungandone la vita e contribuendo all’economia circolare. Questo è possibile grazie alla tecnologia innovativa del convertitore, cuore della soluzione HIGHVERTER, che permette di gestire al meglio le batterie e di escludere in maniera puntuale eventuali batterie malfunzionanti, garantendo la continuità di servizio in maniera estremamente affidabile. Infine, la gestione innovativa delle batterie nella soluzione proposta da HIGHVERTER permette di ridurre fenomeni di stress di batterie e quindi di incendi o guasti più importanti, aumentando la sicurezza dell’intero sistema di accumulo. 

I vostri punti di debolezza?

La sfida più grande sarà quella di sviluppare il servizio in tempi rapidi, cogliendo l’occasione di approfittare di un mercato embrionale di batterie second life prima che altri grandi player possano individuare strategie analoghe. Inoltre il team deve crescere: abbiamo bisogno di individuare ulteriori figure fondamentali per lo sviluppo del sistema, come ingegneri meccanici, tecnici elettronici e figure commerciali per un’attenta gestione aziendale.

 Cosa vedete nel vostro futuro?

Quando saremo operativi, siamo convinti che HIGHVERTER sarà una delle alternative più richieste nel momento di installazione di energy storage a fianco di impianti fotovoltaici, sia in ambito residenziale che industriale. La flessibilità del servizio e la sostenibilità ambientale ed economica sono fattori cruciali di valutazione in ambito di accumuli energetici e la nostra soluzione possiede tutti i prerequisiti per differenziarsi dai competitor sotto tutti questi aspetti. Considerando inoltre una crescita esponenziale di batterie second life nei prossimi anni, HIGHVERTER ha le potenzialità per rivoluzionare il mercato dei sistemi di accumulo ed essere fra le proposte principali di installatori di impianti fotovoltaici.

Leggi tutte le interviste ai finalisti dell’edizione 2023 a questo link.

Per conoscere i progetti finalisti partecipa alla finale Start Cup Ecosister: https://www.startcupecosisterday.it/#finalestartcup

La partecipazione è gratuita ma è necessario registrarsi.