Da 20 a 10: con i bootcamp si è chiusa la Fase 1

Una settimana per trasformare crisalidi in farfalle. Nelle quattro giornate di bootcamp previste per la Fase 1 della Start Cup Emilia-Romagna, i progetti selezionati si sono preparati con un unico obiettivo: arrivare alla sfida in programma il 20 ottobre tra le dieci migliori aspiranti startup provenienti dalle università e dai centri di ricerca del territorio.

Diamo qualche numero di questa edizione 2021. Sono state 43 le candidature pervenute all’indirizzo della business plan competition, di cui quattro per la sezione speciale, per un totale di 125 persone (tra cui 45 donne) pronte a mettersi in gioco. La maggioranza dei progetti appartengono al settore ICT (17) mentre 13 si riferiscono a idee nell’ambito del Cleantech & Energy, seguono i sette dell’Industrial e i 6 della categoria Life Science. In seno all’Università di Modena e Reggio Emilia sono nati 17 dei progetti pervenuti, segue l’Università di Bologna con 12, quella di Parma con 2 come la Cattolica di Piacenza mentre un progetto è arrivato dall’Università di Ferrara. Un progetto viene dall’Enea mentre se ne segnalano 4 che hanno avuto origine da università fuori regione. Delle 43 proposte, sette team hanno già depositato un brevetto e, per quanto riguarda lo stadio di sviluppo, il 59% ha già in mano un prototipo, il 3% è pronto per partire mentre il 38% sta muovendo i primi passi.

Tornando invece al bootcamp, i progetti selezionati per sono così stati distribuiti: 6 per l’ICT, 5 per il CleanTech&Energy, 4 rispettivamente per l’Industrial e il Life Science.

Un pitch da presentare è stata la loro prova da superare. Nelle sessioni formative coordinata dai mentor di dpixel i team si sono concentrati sul business model della loro idea. Gran parte del lavoro, inoltre, è stato compiuto per mettere a punto una sintesi efficace in grado di catturare l’attenzione – almeno in questa fase – della giuria di esperti composta da Matteo Vacchetti, Business & Financial Analyst di IREN, storico partner della StartCup, dalla referente sui temi di innovazione e startup di Confindustria Emilia Area Centro Francesca Baccolini, Davide Bezzecchi, referente per Ricerca Industriale e Innovazione all’interno di Unindustria Reggio Emilia, e Roberto Buratti, responsabile Area Innovazione dell’Unione Parmense degli Industriali.

Per quanto alle prime esperienze, i team sono arrivati al debutto con una leggera infarinatura su questi temi, dimostrando di essere seriamente intenzionati a declinare il progetto di ricerca in chiave imprenditoriale. Grazie ai feedback ricevuti dai mentor, i pitch sono diventati via via più puntuali, mettendo da parte l’approccio accademico iniziale e immaginando quindi un nuovo contesto fatto di investitori, partner commerciali e industriali. Per questo uno dei suggerimenti più frequenti è stato quello di modificare lo storytelling: il racconto della propria idea deve affascinare da subito, solo così si potrà passare allo step successivo, quello in cui le presentazioni si arricchiranno di numeri e dati. Anche il nome e l’immagine di un progetto ha un peso in questa partita: sono già 3 i team che si sono resi più accattivanti abbandonando le precedenti fredde etichette legate alla ricerca portata avanti.

Mutati quest’anno i criteri di valutazione. I cinque punti di uguale importanza che sono stati valutati sono stati l’identificazione del problema e della sua soluzione, la caratterizzazione dei clienti e del mercato di riferimento, l’applicabilità industriale, l’efficacia del modello di business individuato e, last but not least, la qualità espositiva del pitch.

La prossima settimana sapremo i nomi dei dieci che passeranno alla prossima fase. Per loro le attività continueranno anche nel mese di luglio per poi riprendere a settembre. Gli altri invece si fermano qui: con l’auspicio di avere fatto tesoro di questo primo percorso formativo, auguriamo a tutti di proseguire con la loro avventura imprenditoriale in Emilia-Romagna andando a scoprire tutte le opportunità offerte dall’ecosistema per le startup.